martedì 28 settembre 2010

Top of the shits


Qualche sabato mi imbatto nella tv generalista.
E' veramente troppo trash per poterla ignorare bellamente, mi dico.
"Sabato in famiglia" su Rai 2 è già un cult-show, lo scorso anno condotto da Timperi e quest'anno da Amadeus e la Barriales (si scrive così?).
Il programma è fantastico per fauna umana ma la cosa migliore sono i giochi, a dir poco sconvolgenti.
Tipo quello del tizio bendato che deve abbattere con una palla da demolitore dei giganteschi birilli umani impossibilitati a muoversi.
Da lustrarsi gli occhi, di gran lunga sopra ogni immaginazione.
Ma il meglio deve ancora venire.

"Top of the pops", pomeriggio del secondo canale.
I conduttori sono senza neuroni e si vede palesemente.
Primo ospite: Luca Dirisio.
Avete presente Olmo, il personaggio di "Mai dire gol" interpretato da Fabio De Luigi che prendeva per il culo un certo modo di fare canzonette?
Bene, è esattamente lui.
E' il primo caso di imitazione antecedente la realtà, un caso più unico che raro.
Gli somiglia pure fisicamente, ha le stesse espressioni facciali, gli stessi movimenti.
Ovviamente la canzone rasenta la comicità, ma la cosa non mi stupisce.

Secondo ospite.
Arisa.
Compare sul palco con la sua "Ma l'amore no" e l'istinto è quello di pensare che non bisognerebbe sparare sulla Croce Rossa, che non è giusto infierire.
E invece pensandoci bene penso che sia giusto andarci pesante, magari usare il bazooka per farla uscire dalla scena.
Ma all'interno del programma è perfetta.
La ciliegina sulla torta (rigorosamente di zucchero filato)

Terzo caposaldo della musica italiana.
Marco Carta.
Canta come un idiota una canzone da imbecilli.
Mossette, melodia banale, ammiccamenti alla telecamera.
Vuole il pubblico di Ramazzotti perchè è cosciente che prima o poi andrà in pensione.
E lui vuole fare i suoi soldi, scoparsi la nuova Hunziker del prossimo decennio e diventare una vera pop star, non essere ricordato come una mezza calzetta quale è ora.
In più ha la presunzione di non volersi inventare neppure una canzone.
Basta prenderne una scritta da un altro (Ramazzotti) e cambiare "un po' qui un po' là", lasciando intatti - ovviamente - gli elementi radiofonici che gli permetterebbero di ottenere successo.
Da abbattere fisicamente, senza dubbio.
Viva la buona musica italiana.
Viva "Top of the shits"

martedì 21 settembre 2010

Horror e Candore


Ho sentito un'intervista a Costanzo, regista di "La solitudine dei numeri primi".
Dice che il suo film è un "horror dei sentimenti".
Mi piace questa frase, decisamente.
Me la sono annotata su un post-it e me la sono girata in tasca per una settimana o giù di lì, in attesa di avere il tempo materiale per questo post che, come vedete, ha tardato un po' ad arrivare.

"Horror dei sentimenti", dicevamo.
Ho letto il libro e secondo me è un buon libro.
Furbo il giusto, moderatamente interessante per certe dinamiche e la forza espressiva dei personaggi.
Parte forte e poi si calma, naviga a vista.
Poi chiude benino.
In generale è un libro che fa emergere cose interessanti, anche se mi sarebbe piaciuto un po' più di coraggio (per la miseria... solo un altro po' di coraggio cazzo!)
Il film forse lo vedrò, probabilmente lo aspetterò in tv.

"Horror dei sentimenti".
Mi stuzzica la definizione.
C'ho pensato un po' e penso che il mio libro potrebbe andare in antitesi rispetto a questa definizione.
Anzi no.
Potrebbe essere l'altra faccia della medaglia
Tipo "Il candore della depravazione"
Ecco sì, mi sta bene.
"Io mi carico di rabbia" potrebbe avere questa etichetta
Molto diversa rispetto a "Horror dei sentimenti"
Ma dopotutto così vicina...

domenica 12 settembre 2010

Scimmie della malora e tigri condannate a morire

"Ci sono tempi in cui, in mancanza di tigri, le scimmie fanno le tigri. Ma rimangono pur sempre delle scimmie..."
Fa più o meno così la frase che ho letto ieri sull'Espresso, pronunciata da Toni Servillo.
Non so perchè, ma mi è rimasta impressa per buona parte della giornata: c'ho rimuginato parecchio, direi senza sosta.
Non so a cosa si riferisce, se alla questione politica oppure al mondo del cinema.
Magari - molto più in generale - ai nostri tempi, alla realtà che ci circonda.
La leadership è un concetto che mi ha sempre affascinato ma non nel significato di uso corrente.
Penso che la leadership non si conquisti con gli atteggimenti ma, al contrario, sia un credito che i membri di una comunità (piccola o grande che sia) riconoscono a un soggetto al di fuori dei meriti acquisiti.

La leadership si compra, non si conquista.
Attenzione però: non lo dico in maniera negativa.
Il leader può anche non accorgersi che sta acquisendo questo ruolo, addirittura può risultare non interessato a quella posizione.
Ma la gente se ne infischia e glielo riconosce comunque, in ogni caso.
Come una sorta di condanna.

Al contrario i mancati leader, quelli che in realtà avrebbero tutte le carte in regola per diventarlo sulla base dei propri atteggiamenti, a volte non sono riconosciuti come tali dal gruppo.
E rimangono ai margini, relegati a un ruolo da comprimario.

Ecco, ci sono.
Forse le scimmie di cui parla Servillo sono proprio i leader "imposti", quelli eletti democraticamente.
I leoni, al contrario, sono i leader naturali, che aspirerebbero veramente a diventarlo e che spesso non vengono riconosciuti.
Forse l'unica cosa non propriamente azzeccata di quella frase è la parte iniziale, che fa riferimento alla mancanza di tigri.
In realtà le tigri ci sono, solo che non vengono riconosciute.
Tutto qua.

Ah! dimenticavo un'ultima cosa: in Congo c'è un particolare tipo di scimmia gigante che sembra si nutra di grossi predatori come leoni e tigri.
A questo punto forse la frase potrebbe essere modificata in questo modo:
"Ci sono tempi in cui le tigri non vengono riconosciute e le scimmie fanno le tigri. Ma rimangono pur sempre delle scimmie, fino a che non faranno piazza pulita delle stesse tigri"
Ecco, così è perfetta...
Meditate gente, meditate

martedì 7 settembre 2010

Scrittori emergenti, pessima categoria.

Ricevo una mail
Mi invitano ad accedere a un sito contenente un forum per "scrittori emergenti", almeno questa è la definizione.
Quando suonavo odiavo questo concetto.
Che cazzo vuol dire gruppo emergente?
Dite pure "gruppo che nessuno caga e mai cagherà..." questa è la definizione corretta, diamine.
Ma andiamo oltre, torneremo sulla questione un po' più avanti.

Vado sul sito e gironzolo un po' qua e un po' là.
Vediamo che aria tira, dico tra me e me.
Vediamo chi sono i miei colleghi, come approcciano, cosa passa loro per la testa.

Primo tentativo:
Vedo un link a un blog.
"Sul mio blog si parla del libro che sto scrivendo"
Qualcuno ha avuto la mia stessa idea, penso.
Andiamo.
Vedo la sezione personaggi del libro e ci clicco sopra, speranzoso di trovare preziose informazioni.
Più o meno il contenuto è di questo tenore:

Maklydevty: la bella principessa incastonata nel tempo passato
Krystyhjluko: il guerriero dalla spada diamantata
Madrewilpoxy: lo spirito guida capace di maneggiare gli incantesimi
Zassublimonwe: il demone dalla coda retrattile con il potere di....
Vabbè, ci siamo capiti...
Clicco sul quadratino crocettato in alto a destra e saluto il bellissimo sito.

Secondo tentativo:
C'è un messaggio sul forum dal titolo: "Ho scritto, ora cerco una pubblicazione".
Entro e trovo un post che più o meno fa così:
"Ciao! sapete segnalarmi una casa editrice non a pagamento per pubblicare il mio romanzo fantasy? la storia è un intreccio di due figure femminili che vivono una nel 2010 e una nel '600 che si scambiano esperienze spazio-temporali che si verificano grazie ad una pozione magica".
Spalanco la bocca, manco avessi avuto una visione.
Non credo ai miei occhi.
Chiudo il sito prima che i conati di vomito mi raggiungano.

Conclusione:
Ma "io mi domando e chiedo":
Ma dove cazzo vive questa gente? ma che realtà stanno toccando? quali idee malsane infestano i cervelli di questi poveri scrittori emergenti (e qui l'aggettivo emergente ce lo metto apposta)?
La loro situazione è avulsa dalla realtà che li circonda? la loro sensibilità è ancorata al Signore degli Anelli o semplicemente l'hanno (s)venduta a qualche mercatino dell'usato?
Com'è possibile bruciare tempo per cagate di questo lignaggio?
Mi rifiuto di pensare che persone dotate di intelletto possano elaborare minchiate di tale coraggio.
Ci dev'essere qualcosa sotto...
Ci dev'essere per forza.
Ah si... forse ci sono!!
Vogliono uscire dalla categoria degli "scrittori emergenti"
Ecco, dev'essere così per forza.
Magari ci riusciranno pure, ma di una cosa sono certo.
Non entraranno mai in quella vituperata, sciapa, degradante (ma spregiudicata) categoria degli scrittori in grado di scrivere un libro degno di tale nome.
Tanto vi dovevo.
A presto.
 
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