sabato 30 aprile 2011

Vasco mi manda affanculo







Stamattina mi sono alzato un po' più tardi del solito.
In sottofondo ho gli "Explosions In The Sky" e mi ritrovo automaticamente una merendina tra le fauci.
Sono ancora in pigiama.
Negli ultimi giorni ho comprato 12 cd e ne ho ordinati altri due.
Direi che ho un po' di materiale da ascoltare nei prossimi giorni.
La mia attenzione principale è però dedicata al nuovo disco dei The Death Of Anna Karina che un amico mi ha regalato.
Peccato che l'abbia dimenticato in macchina.
Mi accontento degli EITS, ed è un bel sentire.

Gli Explosions mi fanno pensare al passato.
Sono andato a rivedere il vecchio blog del gruppo nel quale suonavo, mi sono tornate in mente tante cose.
I negozi di dischi che chiudono per mancanza di clienti (in una città come Brescia, seconda per numero di abitanti in lombardia ne rimane soltanto uno) e i grandi megastore che vendono pile di cd a prezzi scontati con le solite facce.

Le solite facce di cazzo, oserei dire.
Come quelle che mi capita di incrociare su un video girato in un quarto d'ora avente come sfondo un telo verde e un ubriacone che muove le mani come un animaletto indispettito da ciò che lo circonda.
Per di più si pettina le sopracciglia con il dito medio intendendo con questo sapiente gesto mandare affanculo i suoi detrattori.
Non gli basta avere il monopolio della musica in Italia avendo fatto terra bruciata intorno a sè.
Non gli basta il fatto che potrebbe tranquillamente registrare un disco di scoregge e rutti per andare primo in classifica senza batter ciglio.
Non gli basta dimostrare in tutte le salse che lui ha qualcosa in più degli altri.
No, non gli basta.
Deve mandare affanculo chi lo critica con un gesto che neanche la mia cuginetta di otto anni potrebbe architettare per sfogarsi con il compagno di classe che le ha rubato la merenda.
Va bene, mi prendo il vaffanculo.
Mi sento il destinatario di quel video.
Ne sono contento, orgoglioso.

Nel prossimo video, girato con lo sfondo di un telo marrone, mi aspetto che lui si tiri giù i pantaloni e mi mostri le chiappe, in segno di disappunto per le critiche che molti gli muovono.
L'inquadratura sono certo che sarà perfetta e il nostro non dovrà neppure smettere di fare il suo playback mentre mostrerà il suo sfintere.
La parole si capiranno benissimo lo stesso e come al solito verranno additate come poesia metropolitana cariche di malessere e inquietudine.
Grande Vasco
Sei un mito per tutti noi.
Va bene così?


- Postato con Blogpress da iPad

lunedì 25 aprile 2011

I buoni lo pensano, i cattivi lo fanno.




Ho letto una curiosa intervista dello scrittore Raul Montanari in cui si cita il filosofo americano Simon Robert.
Quando ho letto quelle poche righe mi sono subito reso conto dei collegamenti e delle attinenze con quanto scritto nel mio libro e, in generale, con la tempra e le caratteristiche del personaggio che ho creato.

"Sono convinto Che l'Altro sia sempre di fianco a noi. L'Altro può essere la vita che non conosceremo mai, il sentiero che non abbiamo preso al bivio. Può essere la nostra metà malvagia che combatte per imporre i suoi impulsi selvaggi (ma liberi) alle costrizioni a cui si sottopone la metà buona (o ipocrita). L'Altro può essere ciò che ci siamo lasciati alle spalle o ciò che non avremmo mai potuto essere.
L'Altro è dio. È impossibile fare letteratura senza parlare di dio. Anche un ateo come me parla di dio, si riferisce a dio. L'Altro è l'abisso mentre tu ti affacci. Se uno non sente queste cose mentre scrive, scrive solo cazzate"

Molto interessante, davvero.
Il protagonista di "Io mi carico di rabbia" l'ho costruito esattamente sulla base di queste osservazioni. Si tratta di sfumature, particolari. Ma l'idea di base parte dal fatto che Roberto Lima è in grado di affacciarsi sull'abisso come nessuno di noi, me compreso, avrebbe mai il coraggio.
E, suo malgrado, si relaziona a dio.
Prendendo sempre il sentiero che noi tutti saremmo certi di non imboccare.

Ebbene sì, sto cercando un editore.
Paul Harding ha vinto il Pulitzer dopo aver mendicato per cinque anni un contratto di edizione ed essersi ormai rassegnato a essere uno dei tanti esordienti privi di pubblicazione.
Ho ancora cinque anni davanti prima di arrendermi, quindi.
Cinque anni per imboccare il sentiero sbagliato, cinque anni per affacciarmi sull'abisso e guardare di sotto, ridendo.
Nel domani non c'è certezza, per fortuna.
Ma io il mio personaggio me lo tengo stretto e punto tutte le mie fiches su di lui.
In qualche modo mi ripagherà, non so come ma mi ripagherà.


- Postato con Blogpress da iPad

venerdì 15 aprile 2011

I Manowar come bussola (al contrario)




Girare a caso nel web è davvero divertente.
Parto dal sito di Caparezza (buono davvero il suo ultimo lavoro...) e decido di leggere qualche recensione on line.
Vai con Google: parole inserite "Recensioni Caparezza"
Mi esce qualcosa di Debaser, un glorioso sito di recensioni di cui mi ero in parte dimenticato.
Scopro alcune novità, compresa quella che se inserisci nel motore di ricerca interno al sito il nome di un gruppo o di un artista trovi i commenti di tutti coloro che ne hanno parlato.
Metto "Afterhours", uno dei miei gruppi preferiti e trovo diversi commenti, praticamente tutti positivi.
Poi mi scappa l'occhio e leggo: "Tecnicamente delle merde, cantante penoso, canzoni basate su 4 accordi del cazzo. I classici figli di papà che si credono alternativi e che invece inquinano il mondo. Teste di cazzo"

Mi metto a ridere, di gusto...
Poi tra un lacrimone e l'altro decido di fare una scommessa: Se clicco sul nome di chi ha postato quel commento potrò vedere chi sono gli artisti preferiti da costui.
"Scommetto che nei primi 30 nomi c'è quello dei Manowar", dico ad alta voce.
"Se perdo vado a letto immediatamente, demoralizzato. Se vinco continuo a navigare".
Faccio un bel sospirone e clicco.
Scorro la lista e i primi nomi mi rincuorano: Judas Priest al numero 1 e Iron Maiden al numero 7 sono quasi un'assicurazione per il futuro.
Ma io voglio loro, voglio vedere se ci sono i Manowar... il gruppo comico della musica mondiale per eccellenza...
Scorro... scorro...
Alla fine eccoli lì, al numero 18.
Quasi in extremis ma eccoli lì.
Con la loro bella fotografia che potete rimirare in cima a queste righe e i loro muscoli da circo.
I loro baffi e le tutine attillate.
Per non parlare della musica... per non parlare della musica...
Che gruppo ragazzi, che gruppo!
Fantastici...

Torno a respirare.
Il mondo è fatto di scatole, di barriere oltre le quali non si può andare.
Trovare i Manowar nella classifica dei preferiti di quel tizio mi fa stare meglio, mi alza abbassa il livello di colesterolo.
Sono dell'idea che la bussola migliore per orientarsi nel mondo sia quella dei contrari.
Se qualcuno di cui non ho stima mi dice che è opportuno che io faccia una cosa, io lo ringrazio sinceramente per il consiglio, senza nessuna ironia.
State certi che farò esattamente il contrario.

lunedì 11 aprile 2011

Elogio della terza corsia







Non so se lo avete notato.
Quando inizia la bella stagione la polizia stradale apre la terza corsia su tutte le statali, soprattutto quelle di collegamento con le zone turistiche.
Di che cosa si tratta?
Beh, della corsia centrale... Quella a cavallo della linea di mezzeria.

Le moto da strada se ne impossessano senza colpo ferire, come se fosse effettivamente di loro proprietà.
Le automobili si scansano a destra e i centauri sfrecciano a loro piacimento danzando sulla linea continua o su quella doppia con leggiadria e spenseriatezza, superando quei poveri coglioni destinati ad aspettare la linea tratteggiata e un tratto rettilineo per procedere eventualmente a un sorpasso.

Loro no.
Loro sorpassano in curva alla cieca ("tanto c'impiego un attimo a rientrare, chi se ne incula se rientro sul cofano a quell'idiota costretto tra quattro lamiere"), passano a una spanna dallo specchietto di sinistra, sfogano i loro cavalli in galleria facendo tremare i muri.
Cosa cazzo volete eh?
Se si sono comprati una moto è per andare veloci, saltare le code, bruciare il codice della strada come se fosse la bibbia in mano a Marylin Manson.
Mica per spostarsi da un posto a un altro.

Loro infatti sono lì.
Il numero 46 tatuato sul cupolino, il giubbino della dainese con il logo ben in vista sulla schiena e le fiamme sulla fiancata.
Ovviamente la targa quasi parallela al terreno (non si sa mai dovesse esserci qualche autovelox o qualche pattuglia) e le marmitte modificate.
Ogni tanto li si vede procedere su una ruota sola in fase di sorpasso (rigorosamente sulla terza corsia a loro dedicata) oppure rischiare la vita pur di restare in coda con l'amico che fugge lontano, ma non è questo il punto.

È la bella stagione che li sveglia dal torpore, su questo non c'è dubbio.
Durante l'inverno si affannano in tangenziale sulla corsia di emergenza per evitare la coda, oppure ai semafori per partire sempre in pole position, quasi come se fosse una macchia sulla propria dignità rimanere per una volta dietro un'automobilista.
Ma la brutta stagione non li soddisfa, non è il loro pane.
Il loro regno è la terza corsia centrale: quella è il simbolo del loro potere, il punto fondamentale per il quale hanno deciso di regalarsi 100 chili di moto con 140 cavalli di potenza motore.

Ma alla fine non bisogna generalizzare, ci mancherebbe.
Infatti l'altro giorno ho visto una moto da strada procedere a normale andatura senza sfrutture la corsia centrale come da suo diritto costituzionalmente garantito.
La guardo strano e penso: "Che bravo questo gentile motociclista, si gode il paesaggio e non sembra interessato a competere come su un circuito..."
Poi guardo meglio.
Ha in mano il telefonino, sta mandando o leggendo un sms.
Coglione io che ho il vivavoce per paura di schiantarmi.

Lui è lì, va a 70 all'ora e manda un sms su due ruote.
Un grande centauro, un grande uomo.
Brum! Brum!


- Postato con Blogpress da iPad

giovedì 7 aprile 2011

Il sapore della paura, il dubbio della beffa.





Sono un po' confuso.
Su YouTube c'è un filmato sconvolgente.
No, non si tratta delle solite bufale, dei consueti scherzi o minchiate varie degne di un profilo facebook.
Il video è quello di una conferenza tenuta dal giornalista free lance Gianni Lannes ex La Stampa che dice delle cose sconvolgenti.
Dice che il governo ha appaltato a un'azienda in mano alla n'drangheta il compito di smaltire scorie nucleari provenienti da Caorso.
Lui è entrato nella centrale, ha fotografato cammion carichi di materiali pericolosi che sono stati trasferiti a Genova e poi a La Spezia.
Queste scorie sono state poi trasportate su navi che sono tate affondate in alto mare.
Dice che nessuno vuole scrivere di queste cose, neppure i giornali non allineati.
Dice che gli hanno bruciato la macchina ma che lui continua lo stesso.

Qui le cose sono due.
O si dimostra che questo tizio è un pazzo furioso, un malato di mente, un megalomane che va internato e imbavagliato perchè crea allarme sociale in maniera destabilizzante oppure si va a fondo della questione e gli si chiedono prove, fotografie, documenti e tutto il resto.

Succede davvero?
Repubblica e L'Espresso non vogliono pubblicare nulla perchè sono complici del sistema oppure perchè hanno già effettuato i loro rilievi e hanno verificato che si tratta di una bufala divulgata da una persona ammalata?
Ditecelo per favore, qualcuno batta un colpo su questa vicenda.
Non riesco a capire, ma la cosa non mi piace per niente.
Nessuno ne parla e questa è la situazione peggiore.
Una situazione indefinita che puzza di losco.
I nostri figli moriranno mangiando pesce al plutonio?
Vorrei che qualcuno me lo dicesse in modo tale da attrezzarmi per fuggire da questo paese di merda.
Inizio a pensare che forse sia l'unica via d'uscita.


Per vedere il video inserite in google Gianni Lannes.
Guardatelo e inorridite.

- Postato con Blogpress da iPad
 
Free Hit Counter