domenica 6 gennaio 2013

Io non sono pazzo




Ero in libreria alla ricerca di un libro per imparare a cucinare quando mi sono imbattuto in un'opera che mi ha fatto sbavare come un arrapato: due volumi formato gigante di 400 pagine l'uno sulla vita e le opere di uno dei miei pittori preferiti: Salvador Dalì.
Ovviamente non me lo sono lasciato sfuggire, anche per il prestigio e la completezza dell'opera. Al suo interno c'è di tutto, migliaia di dipinti e centinaia di dichiarazioni che mi confermano la grandezza di questo pittore matto come un cavallo (ma lui diceva il contrario: "l'unica differenza tra un matto e me è che io non sono matto").
Ma una frase in questo momento mi colpisce più di altre:
"un grande pittore deve riprendere la tradizione soltanto dopo aver fatto la rivoluzione, che altro non è che la ricerca della propria realtà"

Concordo, la penso esattamente così.
Grande verità e grande frase.
Ovviamente si potrebbe parlare di artista in generale e non solo di pittore e penso che Dalì sarebbe d'accordo su questa cosa.
Ma da più parti si pensa esattamente il contrario.
Bisogna imparare le basi della musica per poi cercare di fare cose diverse.
Bisogna andare per gradi.
Bisogna imparare dai grandi scrittori e conoscerne l'essenza per decidere poi di scrivere a tua volta qualche cosa.
Bisogna.
Bisogna...
Io non sono d'accordo e - a quanto pare - sono in buona compagnia.

Dalì ha capito tutto, e forse non ha neppure avuto bisogno di pensare perché il suo genio era già presente nel suo pennello e nella sua testa.
Come amava ricordare, i mediocri dipingono mediocremente anche se si sforzano di dipingere in maniera orribile. Non c'è nulla da fare. Nulla che li possa cambiare.

Mia moglie una volta mi disse una cosa che non avevo mai sentito: ognuno è lo strano di qualcun altro.
Proprio vero.
E allora chiudo questo post un po' strambo (ma non poteva essere altrimenti) con un altra frase di Dalì: "Il pagliaccio non sono io, ma questa società mostruosamente cinica e inconsapevolmente ingenua, che gioca al gioco della serietà per meglio celare la sua pazzia. Perchè io, non lo ripeterò mai abbastanza, io non sono pazzo".
Enorme.


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