venerdì 26 luglio 2013

La parte più lontana dal nostro cervello




Di solito ad affacciarsi dal balcone per reclamare silenzio sono simpatiche (ma un po' irrequiete) settantenni, oppure cinquantenni manovali preoccupati dell'alzata mattutina più vicina alla mezzanotte che all'alba.
Sotto di loro, normalmente, ci sono gruppetti di ragazzi che bevono l'ennesima birra nella tarda nottata e - probabilmente - alzano un po' troppo la voce.
"Allora? La gente domani lavora! Vogliamo dormire! Basta! Adesso chiamo i vigili se non la finite, capito?"

Invece no, questa volta no.
Ad incazzarsi è stato un calciatore professionista di serie A, Luigi Vitale, centrocampista del Napoli Calcio.
Ok, il nome non è proprio uno di quelli che tutti conoscono, di quelli che accendono la fantasia dei tifosi.
Sotto l'hotel che ospita il ritiro del Napoli si sta ammassando un nutrito gruppo di tifosi che inneggia al nuovo arrivato Gonzalo Higuain, questo sì campione riconosciuto a livello internazionale.
Qualche coro.
Poi ancora.
Le ore passano e Luigi non riesce proprio a prendere sonno.
Sono sotto camera sua e le ore iniziano ad essere piccole.
Sono in molti e non accennano a smetterla.
Vogliono Higuain, lo acclamano.
Poi i cori contro l'odiata Juventus, ...così... tanto per tenersi in forma in vista del campionato.
Ancora cori.
Luigi non ce la fa più.

Come un "povero cristo come tanti altri" Luigi Vitale da Castellammare di Stabia si affaccia dal balcone con i pettorali in bella vista e cerca di far smettere i cori, dice che "vuole dormire perché domani c'è l'allenamento".
La risposta degli Ultras non si fa attendere.
Insulti, urla, minacce.
Esce il compagno di stanza, Armero.
Neppure lui riesce a cavare un ragno dal buco.
I tifosi si placano quando Higuain esce ad affacciarsi.

Il giorno seguente gli Ultras dimostrano di non aver gradito il comportamento del giocatore. Loro sono lì per dimostrare il loro affetto ai campioni del Napoli, degli altri non frega un cazzo.
Hanno preparato uno striscione: "Vitale, eroe da balcone, vattene!"
Lo mostrano sul campo di allenamento, mentre il Napoli si allena.

Da qualche giorno passa su Sky un nuovo spot promozionale sul campionato di calcio che si sta preparando a ricominciare
Vialli dice: "Noi mettiamo in scena la parte più lontana dal tuo cervello" (vengono inquadrati i piedi) "quella più vicina al tuo cuore..."

Io mi sarei fermato alla prima parte della frase.
Rende meglio.



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venerdì 19 luglio 2013

Questo blog non è morto. E ve lo dimostrerà




Non voglio dire nulla sul mancato aggiornamento di questo blog per circa sei mesi.
I motivi ci sono, ma non mi va di dirli.
Quello che importa è che adesso si ricomincia, perché è giusto così.
E non c'è nessun motivo per il quale si ricomincia proprio oggi.
Ho preso in mano la mia tavoletta e ho iniziato, tutto qua.
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Nessuno è più in grado di fare nulla.
Nessuno ci capisce più nulla.
E si vede, si vede eccome.
Stamattina ero in Posta per spedire un pacco e davanti a me una signora con un braccio rotto al collo voleva riscuotere una specie di pensione di invalidità per conto di sua madre inferma.
Qualcosa non torna.

L'impiegata digita sulla tastiera e scuote la testa.
Si alza, chiede l'assistenza di un collega che è forse messo peggio di lei.
Nel frattempo una terza impiegata parla ad alta voce leggendo le indicazioni delle finestrelle pop-up che le appaiono sul suo PC.
"Mi esce scritto così... Che faccio? Clicco sì oppure no?"
Nessuno le dà retta.
La prima impiegata ha la mano tremante sul mouse, non capisce cosa c'è che non va. Poi telefona all'help desk.
Non rispondono.
Poi rispondono e le danno la soluzione.
"Ma non potevi dirmelo subito?"
"Eh, ma me lo sono ricordato adesso..., e poi non dirmi che è logico mettere codice zero nella casella del riporto..."
"Vabbè adesso è a posto e si va avanti...".

Tutti i tristi protagonisti della vicenda tornano con lo sguardo perso a quello che stavano facendo.
Finta concentrazione, in realtà nessuno sa quello che sta facendo.
Non ci capiscono più nulla, come tutti coloro che lavorano con procedure, decreti, leggi migliorative, date da rispettare e da ricordare.
Perché prima del nove di aprile si fa così, ma dopo si invece si cambia.
E il sette di settembre dello scorso anno è lo spartiacque della procedura di 'sticazzi verso quella di 'staminchia. Da non confondere chiaramente con il sette di dicembre, dove l'abrogazione del decreto ha fatto tornare tutto come prima.

La gente sta male, il cancro avanza e le procedure imperano dietro le scrivanie per strabordare nel ridicolo.
Ma non si tratta di burocrazia.
Si tratta di malattie mentali dell'essere umano.
Il lavoro impiegatizio è il peggior lavoro del mondo.
Meglio intagliare il legno, costruire muri, fare il gelato, vendere scarpe.
Io il lavoro dietro la scrivania lo vivo come una gabbia per le scimmie.
Che trancia il cervello e che svilisce il nostro cervello.

"Allora me la dà questa pensione?"
"Qui risulta che lei purtroppo signora non ha la delega. Deve andare al patronato e forse gliela fanno tra un paio di mesi"
"Ma cos'è il patronato? Dove si trova? Mia mamma è inferma"
"Non so cosa dirle, signora. Non so nient'altro"
La tizia si gira verso di me.
Mi guarda negli occhi.
"Ma io sono 15 anni che ritiro la pensione di mia mamma..."
Io la fisso.
Sto per dirle che forse è il caso che si iscriva alle Nuove Brigate Rosse.
Ma lei ha un braccio rotto al collo, ha più di sessant'anni.
E allora alzo gli occhi al cielo e basta.
Lei mi lascia il posto di fronte allo sportello.
Così posso spedire il mio pacco, mentre tutto fuori brucia.

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