giovedì 30 giugno 2011

Il primo bicho non si scorda mai


Ieri ero in una tabaccheria specializzata in sigari Avana di San Benedetto Del Tronto.
Dovete sapere che il tabacco cubano è da sempre potenzialmente sotto la minaccia di un piccolo coleottero mangia tabacco chiamato in gergo "bicho".
A Cuba si fa di tutto: procedimenti complessi e costosi.
I singoli importatori aggiungono ulteriori passaggi fumigando i preziosi carichi provenienti da oltreoceano e sottoponendo le casse di puros - una volta giunti a destinazione - a temperature glaciali in apposite aree di stoccaggio.

Il bicho parrebbe destinato a simpatico ricordo se non fosse che, immancabilmente, tende a non scomparire.
Se ne fa beffe di tutto e di tutto e talvolta compare nei box di Avana trapanando i sigari da parte a parte come il tarlo del legno.
Una volta al suo interno la femmin deposita le uova che in determinate circostanze di umidità e temperatura si schiudono dando vita a nuovi coleotteri.

Ieri, mentre il titolare della tabaccheria mi mostrava una scatola di "El Morro" di San Cristobal de La Habana anno 2001 me lo sono visto lì.
Passeggiava allegramente all'interno della scatola da 400 euro o giù di lì con grande disinvoltura, come se fosse casa sua.
Il tabaccaio è sbiancato.
Peggio che scoprire un cobra dentro il letto prima di andare a dormire.
Ha evitato di urlare e ha fatto buon viso a cattivo gioco cercando di minimizzare.
Nel frattempo tre sigari erano già stati vistosamente intaccati mentre gli altri lo erano potenzialmente.

A me il bichio sta simpatico.
Certo, trovarmelo nel mio humidor non sarebbe una gradita sorpresa.
Ma il pensiero che un piccolo animaletto lungo un paio di millimetri possa mandare in fumo (scusate il gioco di parole) decine di migliaia di euro in pochi giorni e che non ci sia, nonostante ciò, un metodo sicuro al 100% per evitare che si diffonda... beh questa cosa mi rallegra.
È una specie di piccola lezione di vita, di moderno Davide contro Golia.
Un motivo in più per credere che alla fine certe piccole cose siano molto più resistenti di quanto si creda rispetto ai grandi giganti.
Manuel Agnelli diceva: "Ho valutato i pro e i contro di na vita rampante, scoprendo che l'amore passa l'herpes è per sempre..."

Ieri me ne sono andato dalla tabaccheria con cinque sigari particolarmente aged.
Uno di questi proviene dal box incriminato.
L'ho messo in quarantena, isolato dagli altri quattro.
Poi ho fatto il pensierino di cui sopra.
Subito dopo sono rientrato in me e, per evitare qualsiasi equivoco d fondo, l'ho dato alle fiamme.
Se le uova di bicho erano presenti tanto meglio.
Me le sono fatte sicuramente flambè.
Pace all'anima loro.


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martedì 21 giugno 2011

Sparare sulla folla con la penna in mano.










Ho avuto le risposte che cercavo.
L'Agenzia Letteraria che ho interpellato mi ha fornito sei pagine di valutazione del mio manoscritto e devo dire che sono molto utili al fine di sistemare al meglio il mio libro.
Ho avuto più che altro conferme, sia per quanto riguarda le cose che vanno come per quelle che non vanno.
Avevo delle certezze che sono rimaste tali (struttura narrativa, storia, caratterizzazione dei personaggi, finale aperto ed ambiguo...) mentre gli aspetti deboli sono effettivamente quelli per i quali avevo molto più che un semplice sospetto.

Il mio libro funziona come le scatole cinesi.
Il narratore racconta e all'interno del racconto ci sono altri racconti, da situare quindi su piani temporali diversi.
La difficoltà di fare questo mi aveva portato a pensare di volere in qualche modo "tagliare la testa al toro", cercando cioè di impostare l'intera narrazione con un unico tempo verbale - il perfetto -.
Ovviamente è stato un errore.
L'idea di frammentazione ne è stata la conseguenza più lampante e peggiore.
Ma sistemabile.
Con grande fatica ma sistemabile.

Sto prendendo in mano tutto il libro e sto cercando di porre rimedio a questo problema.
Inoltre mi è stato suggerito di conferire maggiore carica claustrofobica ai capitoli.
Di premere sull'accelleratore, di osare ancora di più.
Beh, è la risposta che aspettavo.
Ci darò dentro ancora di più.
Eliminerò gli alleggerimenti che avevo inserito nel racconto e inizierò a sparare sulla folla con un mitragliatore.
La prossima scadenza è il concorso letterario "Italo Calvino", il più prestigioso in Italia per autori emergenti.
Il 15 settembre è il termine ultimo per l'iscrizione.
Riuscirò a sistemare il tutto per quella data?
Che gli dei della psichedelia aiutino Roberto, il protagonista.
E già che ci sono aiutino anche me... Ne ho davvero bisogno...

PS: la foto che vedete in alto l'ho creata io. Non vi sembrano dei fori di proiettile?




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lunedì 13 giugno 2011

Affamato di semplicità


Mi tocca guardare i cartoni animati.
Non ci posso far niente.
Mia figlia due volte al giorno (e per la durata complessiva di venti minuti) apprezza Baby Tv e in fondo la capisco.
Ha solo un anno e vedere tutti quei colori e sentire tutte quelle canzoncine deve essere una bella botta di adrenalina.
Io, al contrario, ce ne ho 37 di anni e quindi di adrenalina ne provo decisamente di meno.

Attenzione però: dopo un iniziale periodo di smaronamento mi sono accorto di essere entrato nel tunnel.
Si tratta di cartoni della durata massima di due minuti, fatti apposta per bambini da 6 mesi fino a 3 anni, non di più.
Trovo che per gli adulti abbiano un sapore quasi psichedelico, insomma... ti mandano in trance.
La loro ripetitività, il loro essere scontati ti inducono a prendere atto di un aspetto marginale della vita, che potrei riassumere banalmente con un'unica significativa parola.
Semplicità.

Mi accorgo che alla fine tutto quello che gira intorno a noi potrebbe assumere una veste parzialmente differente se solo guardassimo la realtà con un po' di disincanto.
Con meno cinismo.
Con più tranquillità, forse.

Mi chiedo se anche gli adulti possano avere bisogno di semplicità, di linearità.
Di bellezza delle cose.
Di colori sgargianti e gesti immediati e privi di retroscena.
Faccio il paragone con la serie tv "Lost".
L'ho guardata per quattro stagioni tentando di far coincidere le cose.
Cercando retroscena e giustificazioni, collegamenti improbabili e interpretazioni estreme e strampalate.
Poi, alla fine, mi sono rotto i coglioni e non ho neppure visto la serie conclusiva.

Meglio le avventure di YoYo e la scimmia Darwin.
I Tenerotti con Gnam-Gnam che mangia di tutto e le avventure di Hungry Harry, un topo messicano affamato alla ricerca di ingredienti da portare al suo amico cuoco.
La vera genialità sta qui.
Nella capacità di abbracciare un gusto naif senza il terrore di risultare goffi e imbecilli.
Altro che Lost.
Altro che salti temporali, macchine del tempo e creature trabilianti.
La potenza dei bambini sta tutta qui.



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giovedì 2 giugno 2011

Progetti? A ognuno il suo...




"Senza le persone giuste non si va da nessuna parte"
No, non sto parlando di raccomandazioni o qualcosa di simile.
Questa considerazione è legata esclusivamente a una valutazione di opportunità di sviluppo di progetti di natura artistica, soprattutto per quanto riguarda quelli di natura collettiva.

Se vuoi fare tutto per gli affari tuoi non ci sono problemi: decidi tu, organizzi tu, scegli tu e fai quel cazzo che ti pare.
Un po' come scrivere un libro, oppure comporre e suonare canzoni con l'iPad come sto facendo io.
Un'altra cosa è mettersi in gioco con altre persone per un progetto a più mani, dove è necessario mediare, ascoltare, proporre la propria visione delle cose e valutare con attenzione le indicazioni e le strade proposte dagli altri.

C'è un sacco di gente che conosco che è passata dal far le cose con altri a far le cose da soli (e non tornerebbe più indietro).
Conosco persone che stanno proprio in questo momento cercando di passare da progetti di gruppo a progetti solistici, quasi schifati dalle esperienze collettive che avevano avuto in precedenza.
Conosco gente che è una vita che fa da solo e non è mai riuscito a imbastire un progetto con qualcun altro, anche se lo vorrebbe fortemente.
Conosco gente che non riesce proprio a pensarsi in un progetto solistico perchè ha bisogno di altre persone per esprimersi. E se queste hanno deciso di chiudere, beh... prendono atto della cosa e chiudono per sempre anche loro con i giochi.
Conosco persone che invece ritornano sul luogo del delitto continuando a pensare che le cose potrebbero andare diversamente ricominciando di nuovo con le stesse persone che portano gli stessi problemi di sempre.

E quel che peggio conosco persone che non si fanno problemi nel persistere nel creare problemi ad altri, quasi come se fossero programmati a rompere le palle giocando sulla loro presunta (molto presunta) insostituibilità.

Adesso facciamo un bel gioco.
Rileggiate tutto quello che ho scritto sotto una diversa ottica e sostituite le parole "sviluppo di un processo artistico" con la parole "sviluppo di un processo amoroso di coppia".
Vedrete che in fondo si tratta più o meno della stessa cosa.
Sfumatura più.
Sfumatura meno.
Non è una strana coincidenza?
Direi proprio di no ragazzi, direi proprio di no...

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