sabato 28 luglio 2012

Copertina di "Io mi carico di rabbia"



Ci siamo quasi.
"Io mi carico di rabbia" è in stampa e tra poco sarà pronto da distribuire.
Non so quali saranno i tempi tecnici ma ormai manca poco.

Questo blog è nato per parlare di questa mia "enorme fatica", cominciata nel maggio del 2009 con una serie di idee e rivoluzionata "step by step" durante tutto l'arco di questo periodo.
Con questo post vorrei semplicemente indicare tutte le forme di ispirazione (qualunque esse siano) che hanno inciso sulla scrittura di questo romanzo.
Una specie di ringraziamento collettivo che ha il solo fine di tirare le somme di un lavoro a mio avviso davvero ciclopico che mi ha impegnato come non mai.
Vai con l'elenco! (in ordine assolutamente casuale)

Joel-Peter Witkin (fotografo)
David Fincher (regista)
Chuck Palahniuk (scrittore)
Lost (serie televisiva)
Il Santo Niente (gruppo indie rock)
Salvador Dalì (pittore)
Fight Club (film)
Brigate Rosse, una storia italiana (libro)
De Glaen (gruppo indie rock)
Dario Argento (regista)
Michelangelo Buonarroti (artista)
The Cell (film)
Sigmund Freud (psicoterapeuta)
L'Enigmista (film)
Abu Ghraib (località irachena)
Leonardo Di Caprio (attore)
Inferno (film)
Animals (album Pink Floyd)
Washington che urla (canzone dei Six Minute War Madness)
Pulp Fiction (film)
La notte del Pratello (libro)
Salvador Allende (Presidente della Repubblica del Cile)
Massimo Volume (gruppo indie rock)
Alan Ford (fumetto)
Cronaca Vera (rivista kitch)
El Muniria (gruppo electro indie)
Porta a porta (programma televisivo kitch)
Quentin Tarantino (regista)
Camilo Cienfuegos (rivoluzionario)
The Wall (album dei Pink Floyd e film di Alan Parker)
Robert De Niro (attore)
Le Langhe (località piemontese)
Adolf Hitler (personaggio storico)
Il mattatoio per la macellazione di Costa Volpino (BG) (luogo)
Federico Zampaglione (regista)
Atom Heart Mother (album Pink Floyd)
Tool (gruppo alternative americano)
Twin Peaks (serie televisiva)
Shutter Island (Film)
Renato Vallanzasca (rapinatore)
Le Iene (film)
Stanley Kubrick (regista)
Il Museo delle Torture di San Marino (Museo)
Niccolò Ammaniti (scrittore)
Hangover (gruppo indie rock)
Casino Royale (film)
Quello che non c'è (album degli Afterhours)
Nizza (cittadina francese)
Ospedale di Edolo (BS) (località)
Elettricità (canzone de "Il Santo Niente")
Mario Moretti (brigatista)
Trainspotting (film)
Woody Allen (regista)
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mercoledì 18 luglio 2012

Ciclisti. Il bello dell'estate.




Li vedi spuntare improvvisamente.
Dietro la curva, magari.
Sono lì, rigorosamente uno accanto all'altro in gruppetti da 4-5 unità.
Tutte le volte rischiano la pelle ma a loro non gliene frega un cazzo.
Vogliono pedalare ma vogliono anche scambiare quattro chiacchiere per commentare tutti insieme l'ultima prodezza di Milito o le tette della barista del bar dove si sono fermati poco prima per riempire le borracce.
Tu - coglione di un automobilista - fai di tutto per non togliere la vita al ciclista più interno alla corsia di marcia e magari ti scappa pure un colpo di clacson per avvertirli di stare in fila indiana.
Loro niente.

Nella migliore delle ipotesi non ti guardano neanche.
Nella peggiore ti mandano al diavolo come se la strada fosse loro, anche se si ritrovano a marciare a 10 km/h a un metro e mezzo dalla linea di mezzeria.
Ma questo è un dettaglio insignificante.

Li sorpassi e sembra finita.
Non è così, purtroppo.
Subito dopo arriva un semaforo.
Li vedi nello specchietto retrovisore.
Come se seguissero un codice non scritto si dispongono in fila uno dietro l'altro.
Arrivano con nonchalance all'inizio della coda e passano senza titubanze.
Giusto un'occhiatina veloce a destra e a sinistra.
Sottostare alle più elementari regole della strada non è affar loro, giustamente.
Il semaforo è munito di telecamera per pizzicare gli automobilisti?
Chisseneincula.
"Mica c'ho la targa io..."

Subito dopo il semaforo si ridispongono nella formazione a freccia (come gli stormi di uccelli migratori) e la menata ricomincia.
Di nuovo un sorpasso, di nuovo una strombazzata di clacson per avvertirli di stare in fila.
Ok, sembra fatta.
Non li ho più tra i coglioni.

Tre minuti dopo ti ritrovi in prossimità di un passaggio pedonale.
Vedi che alla tua sinistra c'è un cinquantenne a cavallo di una graziella.
Vuole passare lui.
Fa la mossa, ma capisce subito che se ci tenta sul serio lo stiro che è un piacere.
Alza la mano e mi manda a quel paese indicando che si trova sul passaggio pedonale e che quindi la precedenza è sua.
Non ho tempo di fermarmi ma lo farei volentieri.
"Sai come si chiama quello? passaggio pedonale! se si chiamasse passaggio ciclistico avresti la precedenza ma così puoi incazzarti quanto e come vuoi... Vuoi avere la precedenza? scendi dal tuo trabiccolo e spingilo. In quel caso avrai diritto alla precedenza, capito caro il mio bel ciclista dalle palle vuote?"
E poi le merdacce sono gli automobilisti...
Mah...


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venerdì 6 luglio 2012

Premio Calvino: Vince Riccardo Gazzaniga

Come sapete nell'ottobre scorso ho partecipato al concorso letterario più importante che c'è in Italia con il mio manoscritto.
Il Premio Calvino.
Ovviamente non ho vinto, visto anche l'elevato numero di partecipanti (oltre 650, se non ricordo male) e lo stampo "classicista" del concorso.
Oggi mi è arrivata la scheda che la commissione di lettura invia a tutti i partecipanti.
Sinceramente non pensavo neppure la mandassero, invece si sono dimostrati seri e tuttosommato anche abbastanza veloci nell'elaborarla, vista l'enorme mole di libri da leggere e valutare.

Nella scheda c'è un breve riassunto del libro (se la potevano risparmiare, il mio libro l'ho letto non meno di una quindicina di volte per intero e una trentina in maniera frammentaria) e ulteriori quattro righe.
Quattro.

Prima riga: "Chiari i riferimenti alla pittura di Bacon".
E chi cazzo è questo Bacon, dico io nella mia colpevole ignoranza?
Se dev'essere trovata un'ispirazione direi che è talmente palese da essere stata dichiarata nella primissima pagina: il fotografo Joel-Peter Witkin.

Poi si aggiunge: descrizione molto abile della malattia del protagonista, tale da sembrare quasi autobiografica.
Non ci provate neppure...!!
Io non sono quel tizio! non ci assomigliamo per niente...
Avete presente cosa fa di solito uno scittore, "Commissione del Premio Calvino"? Inventa, crea, agisce di fantasia... "perchecazzo" tutto dev'essere autobiografico quando si riesce a descrivere in modo consono la psicologia di un personaggio?
In sintesi si sottintende: abile descrizione del protagonista? fatta troppo bene, devi essere per forza lui.
Vaffanculo "Commissione di lettura del Calvino".
Vaffanculo.
Come quello stronzo di Roberto Lima sarai tu!

Terzo: "Se l'autore voleva suscitare fastidio con le sue raffigurazioni la provocazione è andata a buon fine".
E infine: "Non lo abbiamo capito. Non è chiaro il senso dell'operazione letteraria"

Mi metto a ridere.
Grandi!
L'ultima frase mi fa davvero ben sperare per il futuro del mio libro, questa frase è proprio quello che ci voleva. Obiettivo raggiunto.

Vado sul sito e vedo chi ha vinto.
Un certo Gazzaniga, poliziotto.
Il suo libro parla del rapporto tra poliziotti e ultrà di calcio.
Vedo anche un video in cui un tizio illustra il romanzo vincitore.
"E' bello quando in un libro ci si abbandona al narratore sapendo che ci condurrà nella giusta direzione... si sente che chi l'ha scritto descrive situazioni vissute veramente, che sa come si svolgono i fatti..."
Ecco, io con il mio libro ho ragionato in maniera diametralmente opposta.
Il mio narratore è infido, inaffidabile.
Quello che racconta a volte è la verità e a volte non lo è.
Tocca al lettore stanare, interpretare, porsi gli interrogativi.
Autodeterminarsi.

Un poliziotto che scrive un libro sulla vita di un poliziotto.
Un macellaio che scrive un libro sui macellai.
Un barbiere che scrivere la storia di un barbiere.
Un barbone che scrive la storia di un barbone.

Questa per me non è letteratura.
E' inchiesta, è fiction, chiamatela come volete.
L'abilità dello scrittore quì non conta un cazzo, lasciatemelo dire e lasciatemelo scrivere.
Rimane solo l'abilità di organizzare le idee, mentre la cosa più difficile è AVERLE.
Buon per Riccardo Gazzaniga che ce le aveva belle confezionate in tasca.
Buon per lui.
Io mi sono fatto un culo così per averle.
E c'è qualcuno alla fine che mi dice che il libro è autobiografico perchè troppo realistico.
Ma vaffanculo va...


 
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