martedì 24 maggio 2011

Acidi e antiacidi, questo è il problema




Sto guardando il video di "In bloom" dei Nirvana.
Geniale, soprattutto le loro facce e le pettinature anni '50.
Kurt sembra Ricky Cunningan (si scrive così?) mentre Grohl ha una parrucca davvero impresentabile.

Ogni volta che mi metto in verticale ho dolori alla bocca dello stomaco.
Ieri sera mentre mangiavo una fiorentina condita da insulti gratuiti provenienti dal ristoratore (un cinquantenne aretino perfettamente inserito nella parte del "toscanaccio bestemmiatore che insulta tutti per necessità di spettacolo") mi si è bloccato il boccone mentre lo ingurgitavo.
Mi è successo più volte negli ultimi mesi.
Ho fatto anche una cura, ma quando ho smesso i problemi gradualmente si sono ripresentati.
Mi sembrava di avere un mattone conficcato nello stomaco, ieri sera.
Ho tentato la carta della disperazione, così come mi aveva consigliato il medico.
"Bevi un paio di sorsi di Coca Cola e stringi i denti. Quella roba sblocca tutto..."
Una specie di Mister Muscolo, penso io.
L'ho fatto.
Per tre secondi ho pensato di non poter respirare.
Poi mi sono sentito come uno scarico sturato.
Il boccone era sceso nello stomaco.
Da quel momento in avanti quando mangio ho dolore, poco ma fa male cazzo.
E al momento non passa.

Su Rock Tv passa un video degli Oasis che non ho mai visto, con quella solita faccia da culo di Liam.
La canzone è famosa, la riconosco.
Il mio stomaco invece non lo riconosco più.
Meglio prendere un altro Maalox.
Avrei voglia di un Mojito ma stasera ho mangiato solo uno straccio di yogurt e mezza tazza di Special K, quelli che fanno dimagrire.
Fatemi andare avanti per favore.
Gli Oasis cantano per la 75esima volta il loro ritornello e chiudono il video salendo su un elicottero.
Troppo facile fuggire così.
Meglio tenere duro, cercare di capire dove sbaglio.
Nell'alimentazione? Nelle abitudini? Nei pochi eccessi che mi concedo?
Mi sono rotto i coglioni.
E il video che stanno passando in questo momento è davvero cazzuto, così come la musica che ci sta sopra.
"Ci vorrebbe un antiacido", penso.
Nel frattempo parte il video di "Interstellar Overdrive" dei Pink Floyd.
Ehi ho detto un antiacido.
Non un acido.

Battutona.
Meglio andare a dormire.

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sabato 21 maggio 2011

La diversità dei libri e dei bicchieri





Stamattina mi sono svegliato un po' tardi.
Nelle orecchie ho ancora i decibel spaventosi del concerto dei Massimo Volume di ieri sera, un vero bagno di sangue.
"Ieri sera hanno suonato con uno strano furore", penso.

Devo andare a un convegno verso le 10.30 ma non ce la faccio proprio.
Metto su gli mp3 dell'ultimo disco del gruppo bolognese e imbraccio il libro di Niccolò Ammaniti che ho iniziato qualche giorno fa.

In contemporanea sto leggendo "La vita accanto" di Mariapia Veladiano vincitrice del Premio Calvino 2010.
Non c'è paragone.
Ammaniti è un cannibale e si vede.
In tutto quello che scrive, anche quando scrive di bambini è un cannibale.
È un modo di vivere, di essere.
Ti rimane addosso, inspiegabilmente.
In maniera persistente.

La Veladiano al contrario si perde in descrizioni prolisse, che non aggiungono nulla alla sostanza.
Non c'è "potenza di parola" ma sole parole.
Descrizioni fini a sè stesse, innocue.
Peccato.
Il libro è bello, ma se il lettore tende a dribblare le parole vuol dire che c'è qualcosa che non va.
Piacerà a chi legge il Piccolo Principe e La Principessa Sissi ma io sono alla ricerca di qualcos'altro.

Mi vesto ed esco per per andare a pranzo.
Al cameriere sfugge una bottiglia di acqua che si infrange sui miei 5 bicchieri frantumandone 3.
Alla fine mi accorgo che uno dei calici sopravvissuti è storto.
Come la torre di Pisa.
Impossibile dico io.
Impossibile.
"Doveva essere già così", mi dice un commensale.
"L'avrei notato", rispondo io.
"Secondo me è stato l'impatto con la bottiglia di acqua"! , dico.
Nessuno mi fila.

Passa il cameriere e glielo faccio notare divertito.
Lui mi guarda.
"Porta fortuna", mi dice.
Lo guardo.
Ha ragione.
Una cosa così strana non può che portarmi fortuna.

1000 bicchieri tutti uguali, ma quello anomalo è un segno di buona fortuna.
Nella vita, invece, chi è diverso viene visto come un elemento di contagio.
Stare alla larga, please.
Il bicchiere storto invece no.
Quello piace e diverte.
"Porta fortuna", mi dice il cameriere con un sorriso.
"Ne ho proprio bisogno", penso io.
Mi verso l'ennesimo bicchiere di Franciacorta stando ben attento a non usare il bicchiere storto.
Bello com'è deve rimanere illibato.
Puro e sgraziato come la sua diversità.



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domenica 15 maggio 2011

Le persone parlano da sole al supermercato







Pensavo di essere l'unico ma a quanto pare non è così.
Aggirarsi al supermercato è sempre un'esperienza surreale, quantomeno meno banale di quello che potrebbe sembrare.
Da qualche tempo ho notato la tendenza, da parte mia, di commentare ad alta voce prodotti, sistemazione sugli scaffali e necessità varie da consumatore.
Insomma, parlo da solo al supermercato.
Come i matti, direte voi.
Lo pensavo anch'io.

Poi ho deciso di tenere sotto controllo questa cosa, tentando di rendermi conto immediatamente di quando sentivo l'esigenza di predicare sul costo esagerato della mozzarella di bufala o sul perfetto connubio tra pecorino romano e bucatini Barilla.

È lì che ho notato che non ero l'unico.
Ho iniziato a vagare per le corsie alla ricerca di conferme e devo dire che non ho fatto per niente fatica a trovarle.
C'è un sacco di gente che parla da sola al supermercato.
Ho trovato dapprima una signora sui 50 anni china sul banco frigo e prodiga di considerazioni a bassa voce sugli yogurt che in quel momento stava confrontando.
Subito dopo ho notato un "singolone" commentare in un angolino le diverse tipologie di salse, concentrato come nessuno e assolutamente non conscio del fatto che stava effettivamente bisbigliando per i cazzi suoi.
Dovevate vedere le espressioni del volto di entrambi.
Sembrava proprio che questi tizi fossero davvero a casa loro da soli, non si preoccupavano minimamente di passare per pazzi, e questo probabilmente perchè il loro livello di controllo su loro stessi era davvero minimo rispetto al normale.
È bastato un ragionamento su uno yogurt per far decollare all'interno di un cervello un comportamento a prima vista assurdo, ma che denota a mio avviso semplicità e spontaneità.
Bellezza e commozione pura, come quella dei bambini.

Ci si sforza di rimanere seri, di ragionare sui nostri comportamenti.
Di lanciare codici conformisti con il nostro abbigliamento in maniera tale da farci accettare dal resto del mondo.
Ci sforziamo di inserirci in un reticolo di comportamenti sociali che ci metta al riparo da brutte sorprese o da possibili emarginazioni.
Alla fine, però, caliamo le nostre difese artificiose come i pantaloni di fronte alla latrina e ci perdiamo a bisbigliare da soli ai tubetti di maionese.
Alla fine un briciolo di umanità, un brandello di imperfezione ci è rimasta.
Ma non so se basterà a cambiare le cose.

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domenica 8 maggio 2011

Felici di essere schiavi







Ho letto un articolo molto interessante riguardante il significato moderno di democrazia.
Si diceva che viviamo in un epoca in cui la democrazia formale ha ormai soppiantato sotto tutti i punti di vista il concetto di democrazia reale.

Non sopporto quando le persone rispondono alle lamentele di altre adducendo motivazioni legate alle possibilità formali di cambiare la situazione.
Mi spiego meglio:
Critichi l'atteggiamento del tuo datore di lavoro riguardo la gestione del personale oppure sulle scelte relative ai tagli alla produzione?
C'è sempre qualcuno pronto a dirti: "se la cosa non ti sta bene fonda la tua azienda e gestiscila come vuoi"
Ti lamenti dell'atteggiamento elitario dei partiti politici?
"se la pensi così fonda il tuo partito. La costituzione lo permette..."

La democrazia in questo momento storico è solo una grossa bugia.
Una bella verniciata, una spruzzata superficiale su quattro pareti decrepite.
Le persone non possono decidere nulla.
Non possono decidere i candidati alle cariche rappresentative del paese e non possono presentarsi in quanto superate da chi non ne avrebbe diritto.
Le informazioni sono castrate sul nascere, mentre si sa tutto dell'ex ragazza del vincitore del Grande Fratello.
Perfino i referendum possono saltare da un momento all'altro grazie a stratagemmi di Palazzo, a becere manovre di partito.

Bisognerebbe insegnare alle persone a ragionare...
Felici di essere schiavi.
Mi domando se magari a qualcuno possa andare bene così.
Ma si potrebbe anche aggiungere un altro pensiero, secondo me molto più importante e a mio avviso davvero illuminante riguardo la questione.
"Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso" disse una volta Eleanor Roosvelt
Bisognerebbe che tutti ce ne rendessimo conto.
Al più presto, però.


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