venerdì 6 luglio 2012

Premio Calvino: Vince Riccardo Gazzaniga

Come sapete nell'ottobre scorso ho partecipato al concorso letterario più importante che c'è in Italia con il mio manoscritto.
Il Premio Calvino.
Ovviamente non ho vinto, visto anche l'elevato numero di partecipanti (oltre 650, se non ricordo male) e lo stampo "classicista" del concorso.
Oggi mi è arrivata la scheda che la commissione di lettura invia a tutti i partecipanti.
Sinceramente non pensavo neppure la mandassero, invece si sono dimostrati seri e tuttosommato anche abbastanza veloci nell'elaborarla, vista l'enorme mole di libri da leggere e valutare.

Nella scheda c'è un breve riassunto del libro (se la potevano risparmiare, il mio libro l'ho letto non meno di una quindicina di volte per intero e una trentina in maniera frammentaria) e ulteriori quattro righe.
Quattro.

Prima riga: "Chiari i riferimenti alla pittura di Bacon".
E chi cazzo è questo Bacon, dico io nella mia colpevole ignoranza?
Se dev'essere trovata un'ispirazione direi che è talmente palese da essere stata dichiarata nella primissima pagina: il fotografo Joel-Peter Witkin.

Poi si aggiunge: descrizione molto abile della malattia del protagonista, tale da sembrare quasi autobiografica.
Non ci provate neppure...!!
Io non sono quel tizio! non ci assomigliamo per niente...
Avete presente cosa fa di solito uno scittore, "Commissione del Premio Calvino"? Inventa, crea, agisce di fantasia... "perchecazzo" tutto dev'essere autobiografico quando si riesce a descrivere in modo consono la psicologia di un personaggio?
In sintesi si sottintende: abile descrizione del protagonista? fatta troppo bene, devi essere per forza lui.
Vaffanculo "Commissione di lettura del Calvino".
Vaffanculo.
Come quello stronzo di Roberto Lima sarai tu!

Terzo: "Se l'autore voleva suscitare fastidio con le sue raffigurazioni la provocazione è andata a buon fine".
E infine: "Non lo abbiamo capito. Non è chiaro il senso dell'operazione letteraria"

Mi metto a ridere.
Grandi!
L'ultima frase mi fa davvero ben sperare per il futuro del mio libro, questa frase è proprio quello che ci voleva. Obiettivo raggiunto.

Vado sul sito e vedo chi ha vinto.
Un certo Gazzaniga, poliziotto.
Il suo libro parla del rapporto tra poliziotti e ultrà di calcio.
Vedo anche un video in cui un tizio illustra il romanzo vincitore.
"E' bello quando in un libro ci si abbandona al narratore sapendo che ci condurrà nella giusta direzione... si sente che chi l'ha scritto descrive situazioni vissute veramente, che sa come si svolgono i fatti..."
Ecco, io con il mio libro ho ragionato in maniera diametralmente opposta.
Il mio narratore è infido, inaffidabile.
Quello che racconta a volte è la verità e a volte non lo è.
Tocca al lettore stanare, interpretare, porsi gli interrogativi.
Autodeterminarsi.

Un poliziotto che scrive un libro sulla vita di un poliziotto.
Un macellaio che scrive un libro sui macellai.
Un barbiere che scrivere la storia di un barbiere.
Un barbone che scrive la storia di un barbone.

Questa per me non è letteratura.
E' inchiesta, è fiction, chiamatela come volete.
L'abilità dello scrittore quì non conta un cazzo, lasciatemelo dire e lasciatemelo scrivere.
Rimane solo l'abilità di organizzare le idee, mentre la cosa più difficile è AVERLE.
Buon per Riccardo Gazzaniga che ce le aveva belle confezionate in tasca.
Buon per lui.
Io mi sono fatto un culo così per averle.
E c'è qualcuno alla fine che mi dice che il libro è autobiografico perchè troppo realistico.
Ma vaffanculo va...


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