lunedì 20 febbraio 2012

Dubbi sulla vita al supermercato. Risolti brillantemente.




Stasera al supermercato ho deciso di scrivere questo post.
Mi è venuto in mente così, non so neppure io perché.
Forse un paio di coincidenze o forse no.
Fatto sta che ho notato alcune preoccupanti degenerazioni nei prodotti che la grande distribuzione ci propina.
Cibo, insomma.
O forse sarebbe opportuno dire "surrogati di cibo", sofisticazioni o esperimenti.

Negli altri paesi del mondo mi era già capitato di vedere certi obbrobri, e li imputavo alla scarsa cultura gastronomica di americani, tedeschi e inglesi.
Ma ora sembrano arrivati anche da noi, e sembrano spingere per ottenere più spazio, più consensi.
Più vendite.

Passo nel banco frigo, quello dove ci sono yogurt e mozzarelle.
Vedo una specie di contenitore trapezoidale simile al contenitore per i popcorn che ti danno al cinema.
Dentro ci sono i tortellini al ragù.
Prendo in mano la confezione e leggo le istruzioni.
Dicono di mettere quel coso nel microonde (e solo nel microonde) per sette minuti.
Di staccare la forchettina - già compresa all'interno della confezione - e gustarsi direttamente da quel contenitore i tortellini al ragù della mamma.

Mi viene il voltastomaco solo a pensarci.
Se non posso mangiare i tortellini di certo non compro quel coso.
Salvate almeno la pasta, cristo santo.
Almeno la pasta...

Passo al bancone dei salumi e do un'occhiata alla gastronomia in bella mostra, adagiata su letti di insalata o impreziosita da dettagli come un limone tagliato o delle confetture per i formaggi.
Vedo degli spiedini di gamberoni molto invitanti.
Sono impanati, pronti per la padella.
Li sto per ordinare.
Due begli spiedini di gamberoni per cena, e già mi viene l'acquolina.
Niente male.
Poi guardo meglio.
Leggo il cartellino.
"SPIEDINI AL SAPORE DI GAMBERO"
Non ci posso credere.
Sono delle polpette di "chissà cosa" con la forma del gamberone infarciti di qualche aroma artificiale per farli puzzare di pesce.
Roba da matti, penso.
Non ci capisco più un cazzo.
Mi guardo in giro e ordino un etto di crudo.
Mentre lo tagliano con l'affettatrice allungo il collo per vedere se stanno tagliando un pezzo di plastica o altro.
Per il momento almeno il prosciutto crudo è salvo.
La vita quella no.
Quella è già compromessa da parecchio tempo.

- Postato con Blogpress da iPad

4 commenti:

  1. Quella roba confezionata o già pronta è di una tristezza infinita. Ed io che mi sono sforzata da bambina di imparare a fare le orecchiette e tartassavo la nonna perchè m'insegnasse.
    Fatica sprecata.

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  2. io personalmente godo come un pazzo a cucinare.. oggi ho preparato alla mia famigliuola( mettendolo a marinare ieri sera) un buon brasato al barolo con polenta.
    ha riscosso un discreto successo contando che è la prima volta che provo a farlo.
    purtroppo si vuol fare passare il concetto che cucinare è una perdita di tempo!!
    ciacio hangover.

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  3. Tonnarelli cacio e pepe. Quando riesco ad azzeccare le dosi...

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