Ho sempre creduto molto nel lavoro e, al contrario, assai poco nel talento naturale.
Mi sono sempre imbattuto in chi si sentiva "baciato dalla sorte" per il fatto di riuscire a mettere insieme degli accordi o a scrivere un testo e ho sempre avuto un moto di fastidio nei loro confronti.
Il talento, nella musica, è meno importante di quello che si pensa: non ho mai creduto all'ispirazione (una vera fesseria) e neppure alle illuminazioni che ti aprono la mente.
E non perchè non le abbia mai avute: semplicemente non credo siano determinanti...
Il succo della questione sta nel trovare gli artifizi necessari per permettere che quelle intuizioni si sviluppino in maniera equilibrata e si dipanino nell'ambito che è loro congeniale.
In sintesi bisogna avere "mestiere"... lavorare prima con il martello pneumatico e poi con lo scalpello.
Nick Cave diceva che tutte le mattine, dopo colazione, "andava al lavoro" nel suo studio.
Si sedeva e iniziava a comporre come se fosse un impiegato qualsiasi.
La penso esattamente nello stesso modo, ma forse con la scrittura la cosa è un po' diversa.
Domani vi dirò perchè.
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