sabato 28 novembre 2009

Le tentazioni di Sant'Antonio

Quando guardo un quadro di Salvador Dalì mi sembra di entrare in un altro mondo.
Mi perdo nei particolari, mi soffermo per decine e decine di minuti guardando in ogni angolo nascosto, osservando ogni piccolo insignificante(?) dettaglio.

Quando guardo un quadro di un qualsiasi altro pittore (magari un grande artista, riconosciuto ed apprezzato) mi annoio con una velocità impressionante: non riesco a starci vicino per più di 15 secondi.
Probabilmente, anzi ve lo do per certo, non capisco un cazzo di pittura, altrimenti avrei sicuramente una cultura maggiore in questo campo e non apprezzerei un numero così ristretto di opere.

Per Dalì è un'altra cosa: i suoi quadri mi sembrano fuoriusciti da una seduta psicoanalitica senza soluzione di continuità, si intrecciano con i sogni, amano i contrasti, sono intrisi di sesso adolescenziale, innocente e perverso allo stesso tempo.

Il famoso quadro "La persistenza delle Memoria", meglio conosciuto come "il quadro degli orologi molli" viene da un sogno dello stesso Dalì dopo un'indigestione di Camembert.
Niente di più sballato/geniale accoppiarlo all'idea del tempo che cola.
E poi avete mai visto qualcosa di più originale di un elefante con le gambe lunghissime come quelle di un insetto? date un'occhiata a "Le tentazioni di Sant'Antonio" e troverete pane per i vostri denti.

Sono sicuro che Roberto, il fotografo di "IO MI CARICO DI RABBIA" saprà gestire queste influenze, incanalarle e rielaborarle.
Davvero magnifiche e probabilmente molto adatte alla sua sensibilità di artista deviato.

2 commenti:

  1. amo Dalì vorrei che mi facesse un ritratto con le zampe di ragno...e sono aracnofobica!!!

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  2. E' proprio l'atteggimanento giusto!
    superare i limiti... sempre!
    Ciao!
    Paolo

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