giovedì 10 ottobre 2013

Sonno alieno: il cervello risponde

“Vince chi resiste alla nausea.
Chi perde meno”
Questa frase mi gira in circolo da qualche giorno ma non ho la testa per sopportarla.
D’altra parte ho la necessità di iniziare a delineare in testa alcuni personaggi e ho scoperto che mi piacerebbe caratterizzarli in maniera tale da attribuire loro alcuni elementi anomali.
Mi interessa esplorare la realtà deformata nel tempo e nello spazio.
Ma con i piedi assolutamente ben piantati nel fango della consuetudine.
Ho scoperto leggendo qua e là che esiste una forma di sonno chiamato “polifasico”.

Noi tutti dormiamo in maniera “monofasica” (a meno che non facciamo il pisolino la domenica pomeriggio dopo aver mangiato come maiali e bevuto alcol come cisterne), mentre i bambini più piccoli riposano con il sonno “bifasico”, cioè due volte al giorno.
Esiste però una terza modalità di riposo, molto estrema e sperimentale ma – pare – del tutto fattibile e ugualmente riposante nonché addirittura più razionale e produttiva per il cervello.
Il sonno “polifasico”, appunto.

Questi consiste nel dormire ogni 6 ore per 30 minuti esatti, quindi complessivamente nell’arco di 24 ore soltanto per 120 minuti. Ciò comporta un guadagno (rispetto alle 8 ore canoniche di sonno) di ben 6 ore di vita vissuta al giorno. In questo modo si distrugge il concetto ciclico del susseguirsi del giorno e della notte e la vita viene interamente vissuta in maniera univoca e omogenea, senza quel “piccolo letargo” che caratterizza le nostre notti.
Ma com’è possibile che tutto ciò sia fattibile? Il nostro cervello non ne risente?

Assolutamente no e questo è stato provato scientificamente.
Al di là di un periodo di adattamento (circa due settimane) dove il soggetto si fa forza per seguire rigidamente la tabella sopradescritta (con obbligo di dormire e obbligo di risveglio ogni 6 ore per 30 minuti) e nel quale - è inutile negarlo - ci sono notevoli disagi, il cervello successivamente si adatta.
Le fasi del sonno leggero (quello iniziale) e del sonno pesante (quello terminale vicino al risveglio) vengono progressivamente abbandonate a favore dell’unica fase realmente importante per il benessere dell’individuo e in particolar modo del suo cervello: la fase R.E.M.
Quindi, in sintesi, le due ore complessive di riposo nell’arco delle 24 ore sono sufficienti per garantire al massimo tutte le funzioni vitali dell’individuo.
Il cervello impara ad entrare immediatamente nella fase R.E.M. nel giro di qualche minuto e la fase del sonno profondo viene eliminata con il risveglio dopo mezz’ora.

Questo sistema di riposo è quello adottato per esempio dai cani e dai gatti (i frequenti riposini che tutti noi riscontraimo) e sembra che appartenga alla parte naturale e primordiale del sonno degli uomini.
Solo il cosiddetto “sonno moderno” ha portato l’uomo a dormire in maniera monofasica e a “gettare nella spazzatura” interi anni di vita “non vissuta”.
Interessante vero? Come potrebbe risultare la vita di un individuo che ha deciso di attuare questo tipo di sonno? Quale sarebbe la sua percezione della realtà? Questi interrogativi mi stuzzicano e mi inquietano al tempo stesso.
Penso che approfondirò la cosa in modo tale da inserire questa caratteristica in uno dei miei personaggi.
Per ora vi lascio con questo interrogativo: avete paura? La cosa vi sconvolge?
Lo storpiamento della realtà è tutta legata al nostro cervello e al tempo in cui viviamo e domiamo.
Superare questa barriera potrebbe essere un punto di non ritorno.

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