sabato 24 aprile 2010

La rana e lo scorpione, storia vecchia.


Ho dovuto modificare il primo capitolo del mio libro.
Niente di male, direte voi, certo.
Il problema è che l'ho dato in pasto a tutti pubblicandolo direttamente su questo blog (lo trovate ancora nei link).
Adesso mi mangio un po' le mani per averlo fatto, ma che ci vuoi fare...
Nessuna clamorosa correzione, solo una riga in più.
Un particolare sottile ma che cambia le carte in tavola.
Tutto questo agevola lo sviluppo della parte finale del libro a cui ho finalmente deciso di dare un'impostazione ben precisa, agevolata ovviamente da quel particolare indicato nel primo capitolo.

Con questa mossa ho un po' rinnegato un'impostazione iniziale ma a me - in fondo - piace così.
Rinnegare è una parola di cui non ho paura così come - al contrario - ho profondamente paura della parola coerenza.
Posso spalare merda su una cosa che ho sempre amato (sempre che ce ne siano a mio avviso i motivi) ma non posso sopportare di sentirmi incoerente.
A costo di rimetterci del mio...

- C'è uno scorpione sulla riva di uno stagno che cerca di attraversarlo. Incontra una rana e le chiede: "Ciao, mi daresti un passaggio sul tuo dorso dall'altra parte dello stagno? non so nuotare!"
la rana rispose dubbiosa "Beh, potrei anche concederti un passaggio, basta che non mi fai del male...". "Certo che no", rispose lo scorpione "Se lo facessi moriremmo entrambi!"
La rana, convinta dalle parole dello scorpione, lo caricò sul suo dorso ma metà percorso si sentì pungere.
"Perchè lo hai fatto? adesso affogheremo tutti e due!" "Hai ragione", rispose l'animaletto velenoso. "Ma sono uno scorpione. E' nella mia natura, non posso farci niente" -

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