mercoledì 1 dicembre 2010

Primo dicembre: Punto di svolta




Ieri sera, dopo 19 mesi di lavoro, ho finito.
Terminato.
Fatto tutto.
Sì, il mio secondo libro è finalmente cosa fatta e l'emozione è davvero tanta.
Ho passato intere settimane a chiedermi come dovevo proseguire, che strada dovevo intraprendere, se la cosa poteva funzionare.
Se quello che stavo scrivendo era una cazzata da quattro soldi o se valeva la pena continuare.
In realtà non ho mai avuto forti dubbi.
Fortunatamente ho sempre avuto una forte convinzione nei miei mezzi, mi sono sempre sentito in grado di portare a compimento il risultato finale.
Inoltre tutte le mattine valutavo mentalmente il lavoro fatto la sera precedente e non ho mai avuto la sensazione che la direzione non fosse quella corretta.
Certo, le difficoltà ci sono state.
Blocchi psicologici che ti costringono a rivedere alcune convinzioni.
Momenti di sconforto per l'incapacità oggettiva di valutare gli incastri narrativi senza che nessuno mi dicesse se le cose fossero plausibili o al contrario decisamente avventate.

La parte finale è stata per me di grande soddisfazione.
Ho trovato un finale ambivalente a mio avviso davvero stimolante per il lettore.
Ho lasciato qualche porta aperta, qualche interpretazione libera.
Anche se, ovviamente, una versione reale dei fatti esiste, ed è nella mia testa.
Magari qualcuno sarà in grado di svelarla.

Ora viene il lavoro di pulitura della pagina, di correzione generale, di caccia all'errore palese o a quello di battitura.
Ci vorrà ancora molto tempo prima di avere il testo definitivo ma il lavoro titanico è compiuto.
L'unico rammarico è che tutto questo l'ho fatto da solo.
Io e basta.
Forse questa solitudine, tipica per la verità dello scrittore, sarà la vera forza di "Io mi carico di rabbia".
Lo spero davvero, in quanto - suo malgrado - ne è davvero intriso.

- Postato con Blogpress da iPad

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