venerdì 12 agosto 2011

Auguri Fidel. E spiegaci come hai fatto.




Domani 13 agosto 2011 Fidel Castro compie 85 anni.
Come potete leggere dalla mia scheda qui a fianco mi definisco politicamente castrista, ma non voglio certo annoiarvi con le mie elucubrazioni riguardanti la questione in oggetto che ritengo sia di scarso interesse per tutti.

Vorrei però partire da questo per chiedermi che cosa significa oggi, nel 2011, definirsi di idee radicali.
Si tratta forse di appartenere all'omonimo partito? Significa votare a sinistra piuttosto che a destra? Significa imbracciare un fucile e fare la rivoluzione?

Probabilmente niente di tutto questo, ma ho l'impressione che oggi si sia smarrito il concetto e il valore di un'idea radicale.
Sì lo so, mi sto cacciando in un ginepraio da cui non uscirò vivo ma ho l'impressione che di questi tempi definirsi moderato, fare vita tranquilla e farsi i cazzi propri sia il trend di gran lunga dominante.

Sembra che tutti quanti siano proiettati ad arrivare a crepare nella maniera più indolore possibile, in punta di piedi, senza grossi scossoni.
Nessuno rischia più un cazzo, nessuno pensa più agli altri.
Al massimo si aiutano le vecchiette ad attraversare la strada.

Si dice sempre che le generazioni debbano fare le loro esperienza, sbagliare e risbagliare per arrivare poi a combinare qualcosa di buono.
Bisogna sbattere la testa contro il muro per capire che il muro fa male.
Cazzate.
Così passa il tempo, passano le generazioni e i problemi sono sempre quelli.
Quando la maturazione delle persone è arrivata a compimento queste sono troppo vecchie per incidere sulla società.
Già a 40 anni un individuo è cotto, pensa solo a tirare a campare.
Al figlioletto da mandare all'asilo prima, al mutuo e alla pensione poi.
E così si ricomincia da capo, con un'altra generazione a fare e sbagliare a ripetizione, senza che nessuno la guidi.
E poi ancora una volta e poi ancora una volta.

Il risultato? L'immobilità.
Il conservatorismo più becero e duraturo che si possa immaginare.
Fatto di generazioni che non avanzano e di società che si incartano mangiandosi la coda al posto di progredire.

Bisognerebbe agire a cuneo.
Subito. Con un obiettivo univoco, chiaro.
Scardinando metodi e approcci pseudo progressisti logorati da decenni di insuccessi e da una ripetitività che non ha fatto altro che irrobustire il fronte di coloro che vogliono che le cose non cambino.

Poi mi viene in mente Fidel che naufraga sulle coste meridionali di Cuba con un pugno di uomini scappando sulla Sierra Maestra con qualche fucile da caccia.
Da lì riuscirà a battere un intero esercito armato di tutto punto, con aerei, fanteria d'assalto e centinaia di migliaia di soldati.
Non so come abbia fatto ma ce l'ha fatta.
Buon compleanno Fidel.


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