martedì 6 luglio 2010

Cucina Avangarde, sapori e suoni esotici


Parecchie persone che conosco dicono che ascolto sempre lo stesso genere di musica.
Mi dicono: "Ascolti sempre quella roba lì..." e non riescono neppure a definirla.
Ribatto sempre nello stesso modo: "Guarda che sei tu che ascolti sempre la stessa cosa , cioè quello che ti propinano le radio. Io ascolto dal metal sanguinario all'avanguardia sperimentale. Con tutto ciò che ci sta in mezzo...".

Da qualche giorno sto apprezzando proprio qualche cd un po' particolare... avanguardia pura, destrutturata. La ascolto in macchina, nel traffico, come ultimamente mi capita.
Gli "Uncode Duello" per esempio, ma anche qualche vecchio disco degli "A Short Apnea".
Più sento quei suoni e più mi viene voglia di stupirmi, sentendoli e risentendoli a ripetizione.
Non c'è niente da fare, mi si spalancano le mascelle e rimango strabiliato per quello che a molti parebbero suoni buttati lì a casaccio con degli strumenti scordati.
Però bisogna ascoltarli meglio, avere pazienza.

Le soddisfazioni sono enormi, paragonabili a quelle della scoperta dei piaceri di una pietanza esotica dall'aspetto poco invitante: ti sembra una schifezza ma ne assaggi un po'.
Non ne rimani schifato e allora ne riassaggi un po', e ti sembra quasi commestibile.
Dopo qualche forchettata scopri che ti piace e finisci per non poterne più fare a meno.

Tutte le volte che vado all'estero mangio tutto quello che mi buttano nel piatto.
Qualsiasi cosa, provo di tutto.
Quando sono in Italia faccio selezione, mangio solo quello che conosco perfettamente
Odio le cipolle ma se me le sbattono in qualche piatto giapponese non faccio una piega.
Mi sa che c'è qualcosa che non va, e non so se sono le mie orecchie o il mio palato.
Oppure, forse, è il mio cervello...

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