lunedì 12 luglio 2010

Lo chiamano Poker "sportivo"


C'è qualcosa che non mi quadra.
Vent'anni fa a poker non ci giocava nessuno, o quasi.
Mi ricordo di alcune partite giocate senza troppe pretese.
Tutte le volte toccava a chi sapeva giocare insegnare agli altri come fare, scontrandosi con chi insisteva per giocare a briscola o a scala quaranta.
Non si scommetteva mai nulla, al massimo qualche ghiacciolo o qualche tè alla pesca.
E' vero, qualcuno si ritrovava in qualche bar e scommetteva pesante.
Mi giunse addirittura voce di qualcuno che ci rimise il cammion o la cascina.
Ma erano cinquantenni sbandati, con la sigaretta sempre inchiodata tra le labbra e le mogli ubriache in vestaglia alle quattro del pomeriggio.
Questi loschi figuri si trovavano alle nove di sera in bar di periferia facendo finta di giocarsi il calice di rosso.
Ma volavano i pezzi da 100.000 lire, bene attenti a nascondere la cosa nell'eventualità che i carabinieri del posto mettessero il naso dentro il bar per fare qualche domanda e chiedere le carte d'identità.

Adesso non so che cazzo sia successo, ma hanno iniziato a chiamarle poker house.
Le bettole sono sparite, l'immagine è stata ripulita.
Adesso c'è internet, per la miseria.
Le poker house sono virtuali e hanno un'immagine che più figa non si può.
Ci hanno ricamato sopra un aurea "per uomini veri" e sono partite le campagne pubblicitarie milionarie, martellanti prima sui giornali e in rete e ora persino in televisione.
Se ci fate caso dopo le compagnie telefoniche gli spot più ricorrenti sono proprio quelli di questi siti.

Ci dev'essere un giro pazzesco, centinaia di milioni di euro.
Addirittura ci sono i testimonial più prestigiosi (e costosi) del nostro bel-paese-del-cazzo.
"Sfida il portiere della nazionale nel Buffon Challenge"
"Partecipa al tavolo di Del Piero".

Hanno cambiato l'immagine di questo gioco.
Lo hanno ripulito, e gli hanno dato pure un nuovo nome (lo chiamano poker sportivo, Texas Hold'em o qualcosa di simile).
Ti regalano decine di euro con il solo scopo di farti iscrivere al loro sito.
Ti promettono 100.000 euro, ti chiamano "pro", ti fanno credere che sei un gran figo a scommettere lo stipendio.
Una volta che sei dentro sei in trappola, fottuto.
Strano che non abbiano ancora pensato a una gran gnocca che si struscia addosso al vincitore alla fine dello spot televisivo.

Tutto molto bello se non fosse che alla fine ti succhiano un mucchio di soldi.
Te li fanno sparire sotto il naso.
Fanno incetta di danari di chi - magari - non riesce a tirare a campare.
Idioti loro e chi mette a disposizione questo stratagemma per inculare la gente.
Gioco d'azzardo, nient'altro.
Fatto per assopire le menti e aprire i portafogli.
Calamita per la malavita, riciclaggio e corruzione.
Scommettiamo che prima o poi salta fuori qualche società off-shore e qualche esportazione di capitali all'estero non autorizzata?
Scommettiamo che nasceranno nuovi disadattati che abbandoneranno le slot machine (ormai fuori moda) per riversarsi sul più discreto (e blasonato) poker sportivo?
Scommettiamo che il prossimo Ricucci salta fuori da una di queste società?
Il futuro siamo noi, ricordate.
Soprattutto se ci iscriviamo al Buffon Challenge.

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