martedì 2 novembre 2010

Facebook, privacy e pannolini. Il disastro è servito


Esce il nuovo film di Fincher e per me è sempre un piccolo evento.
Ho amato alla follia Se7en, Fight Club, The Game, Zodiac e non solo.
Questa volta però, se non fosse stata per la stima sconfinata che ho per questo regista, sarei rimasto davvero dubbioso.

"The social network" non mi attira per nulla e andrò a vederlo prevenuto.
Non capisco come possa uscire una storia interessante dalla vita di un nerd americano amante di computer, ma a quanto pare sembra che il film valga davvero, al di là delle premesse a mio avviso non proprio brillanti.
Vi saprò dire.

Non capisco come facebook possa ispirare un regista di tale livello ma, a dire il vero, non capisco neppure come facebook possa essere arrivato a questo livello di popolarità.

Conosco gente che straccia gli scontrini della spesa in mille pezzetti, evita di lasciare tracce interpretabili nella spazzatura occultando le cose più sconvenienti per poi sputtanarsi sul proprio profilo senza mezzi termini di fronte a conoscenti, amici e a perfetti sconosciuti.
La privacy sul faccia-libro è schiacciata e umiliata.
La polizia può entrare in tutti i profili grazie al consenso del colosso americano (che se n'è ben guardato dall'informare gli utenti) e tutte le informazioni sono vendute a inserzionisti e multinazionali.
Gusti sessuali, pareri politici, preferenze alimentari...
Tutto viene condiviso.

Non pensiate che i vostri datori di lavoro non siano mai andati a fare delle ricerche sul vostro nominativo, pura utopia.
Curriculum mandato? State certi che un giro sulla rete e su facebook si fa senza problemi, tenendo presente che sbloccare la visibilità di un profilo non è per niente un problema.
In edicola ho visto persino un giornale che giurava di spiegare come fare a recuperare user e password smarriti...

Poi c'è chi proprio non capisce proprio un cazzo.
Qualcuno che lavora in un asilo nido come maestra e riempie il suo profilo di foto dove viene immortalata con bicchieri di coca-whiskey, con boccali di birra da un litro e con espressioni inequivocabili di serate ad alto tasso di divertimento alcolico.
Magari sarà la migliore maestra del mondo, ma io a una così mia figlia non gliela lascerò mai.
Non tanto perché penso che abbia dei comportamenti sconvenienti.
Non sono così bacchettone da pensarlo.
Ma quanto perché penso che non abbia cervello sufficiente per accorgersi di ciò che sta combinando con la sua privacy.
Meglio una maestra con poca esperienza che una maestra con poca materia grigia, diamine.

- Postato con Blogpress da iPad

4 commenti:

  1. allora la colpa ha chi la diamo? a facebook o alla maestra che liberamente e senza alcuna costrizione vuole con tutta se stessa fare sapere al mondo intero,genitori compresi,che ama le serate alcoliche???!! è come se io ti dicessi che stasera mi sono scolato una bozza di dolcetto d'alba e un paio di grappe........ o cazzo.. mi sa che il tuo cazzo di blog ha violato la mia privacy!!!

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  2. Infatti a mio avviso si tratta di due questioni differenti. Il problema privacy di facebook è cosa diversa rispetto al problema del pericolo di divulgazione di informazioni personali derivante dalla capacità / incapacità dei singoli utenti.
    Un'ultima cosa incazzoso anonimo amico... "la colpa HA chi la diamo" è un po' pesantuccio come errore. Rileggere prima di postare, please

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  3. ops... la maestra pogna si sarà rivoltata nella tomba!!comunque parlavo di persone in grado di intendere e volere chiaramente...non posso credere che uno che crea un suo profilo su facebook sia così geloso della sua privacy.

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