venerdì 16 dicembre 2011

Il mio Barone Rampante. Oppure il vostro.


"Le imprese che si basano su di una tenacia interiore devono essere mute e oscure; per poco uno le dichiari o se ne glori, tutto appare fatuo, senza senso o addirittura meschino.
Così mio fratello appena pronunciate quelle parole non avrebbe mai voluto averle dette, e non gli importava più ninete di niente, e gli venne addirittura voglia di scendere e farla finita.
Tanto più quando Viola si tolse lentamente il frustino di bocca e disse, con un tono gentile:
- Ah sì?... bravo merlo!"

Il passaggio che trovate qui sopra è davvero esemplare.
E' tratto da "Il Barone Rampante" di Calvino dove il protagonista, il piccolo Cosimo futuro erede di un casato baronale, decide per protesta contro l'obbligo di mangiare un piatto di lumache di salire su un albero in giardino e passare lì la notte.
All'inizio nessuno si preoccupa, ma ben presto sarà chiaro che Cosimo non ha nessuna intenzione di scendere a terra.
Mai.
Morirà a 65 anni mantenendo fede a quella promessa fatta a se stesso.
L'unica volta in cui si era quasi deciso a farla finita e tornare tra i comuni mortali era stato quando si era vantato con una ragazzina di nome Viola (di cui si era innamorato) di non essere sceso dall'albero dall'ultima volta che l'aveva vista, vale a dire qualche giorno addietro.
E' in quel momento che il suo rigore morale, la sua tenacia oscura subisce un colpo proibito.
Non aveva vacillato neppure con la pioggia, il freddo o il buio.
L'unico momento in cui l'aveva fatto era stato quando aveva reso palese il suo gesto.
Per un attimo lo aveva reso meschino, come dice il narratore.

Ho un amico che a un certo punto si è fatto crescere delle basette davvero improponibili.
Una specie di lanuggine inguardabile che si collega ad una barba "a macchie" con un risultato davvero senza senso.
Non gli ho mai chiesto (al contrario di altri) il perchè lo abbia fatto.
Ormai sono anni che gira così.
Lui non me l'ha mai detto e di sicuro c'è sotto qualcosa per conciarsi così.
Non è importante cosa ci sia.
L'importante è che lui abbia avuto il coraggio di farlo, come il piccolo Cosimo.
La sua "tenacia interiore" è invidiabile, il suo rigore ineccepibile.
Io quando lo vedo lo guardo e lo ammiro.
Anche se tutto quel pelo mal distribuito e organizzato fa davvero cagare.
Nel mio piccolo anch'io vorrei essere come il Barone Rampante.
Ribellarmi al nulla.
Protestare con me stesso più che con gli altri.
Trovare un modo per gratificarmi e rendermi migliore facendomi beffe degli altri.
Oppure nulla di tutto questo.

P.S. Da questa settimana si riparte con il blog.
Ho finito di fare quello che dovevo fare e ora devo solo attendere.
Un post alla settimana ve lo devo.
E scusate l'interruzione.
Paolo

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