sabato 1 gennaio 2011

La migliore generazione del Paese




Ignazio La Russa dice che i soldati in Afghanistan rappresentano il punto più alto della generazione di giovani italiani. La parte migliore.

Capisco che il momento di commozione per la perdita di un giovane militare possa giocare brutti scherzi ma mi permetto di dissentire.
A mio avviso la parte migliore del paese sta in chi parte a zero euro affiliandosi a Medici senza Frontiere o a Emergency.
Sta in chi decide di fare qualcosa per il proprio paese (o meglio ancora per la propria gente) senza il fardello del militarismo mascherato da missione umanitaria.
Lontano dal concetto di lavoro (retribuito al limite della mercificazione) mascherato da scelta di vita.

Non ce l'ho assolutamente con i ragazzi che sono in missione di guerra in Iraq o in Afghanistan. Lo fanno per lavoro.
C'è un committente che assolda personale mandandolo al massacro per ragioni politiche ripagandolo con stipendi di decine di migliaia di euro.
Pagassero 1.500 euro al mese nessuno ci andrebbe a rischiare la pelle, di questo statene certi.
Dalle mie parti negli anni '80 partivano in parecchi a "pitturare pali".
Il lavoro consisteva nell'arrampicarsi a decine di metri da terra aggrappati ad una specie di imbracatura volante per pitturare i pali della luce.
Qualcuno cadeva, gli altri tornavano a casa nel fine settimana a sfoggiare il BMW ultimo modello.
Storie di miserie umane da rispettare e sulle quali ragionare.
Negli Usa reclutano i militari per il Medio Oriente nei quartieri disagiati, nelle periferie ghetto dove nessuno ha qualcosa da perdere.
E' la vecchia storia dei ricchi che mandano a morire i poveri pagandoli per il loro sforzo di sangue.
Vittime sacrificali a cui, evidentemente, è necessario anche riconoscere la patente di "migliore generazione d'Italia".
Falsa come i funerali di stato e la ridicola commozione del Ministro.



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