lunedì 7 marzo 2011

Critico d'arte dei miei coglioni



A volte i critici sono proprio delle teste di cazzo.
Badate bene, chi scrive si considera tale (critico, non testa di cazzo...) ma a volte la categoria è davvero insopportabile.
A volte l'ho fatto anch'io, è vero...

Quando scrivevo su una fanzine musicale (fanzine?? che roba è?? forse quella cosa anni '90 che è scomparsa nel nulla con l'avvento dei blog??) mi è capitato ancora di stroncare in malo modo un demotape (demotape?? volevi forse dire file MP3!!) che non aveva veramente nulla di buono.
Ho ascoltato la mia cassettina 5-6 volte e poi giù di mannaia sulle colonne della gloriosa e ormai defunta "La Pecora Nera" (http://digilander.libero.it/lapecora/index.htm)
Però le recensione erano articolate, approfondite.
Insomma, si poteva dissentire dalla valutazione finale ma in ogni caso le ragioni erano tutte lì.
Per qualcuno evidentemente non era sufficiente, visto che in un'occasione mi fracassarono lo specchietto del mio vecchio Panda e in un'altra rischiai di prendere due pugni in un pub per aver smascherato un tramino tra un gruppo e un'amministrazione comunale compiacente.
Ma queste sono altre faccende.

L'Espresso.
Pagina di recensione dei film.
The Swan, il cigno nero.
Al cinema l'avevo visto due giorni prima.
A mio avviso grande film, candidato a molti premi Oscar... obiettivo raggiunto per quello relativo alla "migliore attrice protagonista".
Un film visionario, criptico... malato.
Il regista è lo stesso di The Wrestler, altro capolavoro premiato con l'Orso a Berlino qualche anno fa.

Recensione dell'Espresso: n. 4 righe
"Regia kitch... involontaria comicità..."
Nient'altro.
Davvero un critico testa di cazzo, nessun dubbio.
Sono andato a letto dopo aver visto il film e ho passato in rassegna tutto il racconto, tutte le visioni e le allegorie. Il lavoro è enorme, immane.
I passaggi sono complessi, il film si spinge in territori mai esplorati, la recitazione perfetta ed efficiace.
Mi immagino quanti ciak, quanti studi...
Quanto tutto.
Poi arriva uno stronzo sull'Espresso e in quattro righe ti denigra buttandola sull'involontaria comicità.

Vedo già il mio libro.
Due anni della mia vita e ci sarà qualche idiota che lo liquiderà con tre righe o due parole, tipo "Carino, non male..." oppure "Non mi è piaciuto... troppo... troppo... insomma troppo..."
Troppo un bel cazzo.
Se non sai cosa dire stai zitto "critico cinematografico dell'Espresso"
E se proprio vuoi parlare commenta "Vacanze di Natale" dei Vanzina o il Ricettario della Parodi.
Al massimo quello riesci a fare.

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