domenica 27 giugno 2010

L'assorbente con scritto "ti amo"


Due giorni a Verona e molto tempo libero da spendere in città.
Faccio colazione in un bar del centro e quasi mi accorgo per caso che dieci metri più in là c'è il balcone di Giulietta, ovviamente preso d'assalto dai turisti domenicali di ogni nazionalità, razza e religione.
Entro nel cortile, era qualche anno che non lo visitavo.
Il solito balcone, l'ho visto almeno dieci volte.
Prima di arrivare c'è un atrio coperto lungo almeno 7-8 metri e alto 4.
Su entrambi i lati migliaia di post-it, pezzi di carta, biglietti del treno, carta intestata di hotel, scontrini fiscali, ricevute e chi più ne ha più ne metta.
Perfino un assorbente, sì.
Strati e strati di carta, biglietto su biglietto fino a creare un mare di sovrapposizioni.
Il messaggio è sempre quello.
In centinaia di lingue, pure il cirillico.
Marco ama Francesco
Kim loves James
Matrioska russa bacia Dimitri agente del KGB
Un po' come i lenzuoli appesi in tangenziale per augurare alm proprio partner un significativo (e soprattutto molto ben identificato) "Buon compleanno cucciolo! tiamotanto!" con spesso errori di ortografia.

Bastasse così poco per manifestare il proprio amore e per renderlo immortale sarebbe fin troppo semplice.
Ma la banalità non fa parte del concetto di amore che - al contrario - si basa su equilibri e dissapori, mezzi sorrisi e parole sottintese.
Svilire così, su un assorbente scritto con il pennarellone nero, la parola amore significa volere acchiappare a tutti i costi un portafortuna che non ha senso di esistere.
Si tratta solo di scaramanzia, superstizione e senso di paura.
Tre cose che non appartengono minimamente alla sfera di quello che genericamente e in maniera assai informale potrei definire amore.

1 commento:

 
Free Hit Counter