sabato 5 dicembre 2009

One dimensional man

Fino a ieri se mi dicevi "One Dimensional Man" ti rispondevo: "Si!! il gruppo di Pierpaolo Capovilla... grandi dischi e soprattutto grande suono live!".
In realtà ho scoperto che il gruppo veneto si rifà al titolo di un libro di Herbert Marcuse, filosofo del secolo scorso ormai - sembra - quasi dimenticato.

Sembra che Marcuse abbia ipotizzato "l'uomo a una sola dimensione" in quanto, per definizione, rinchiuso nelle gabbie di falsi bisogni indotti dal sistema. Dice che "... le persone si riconoscono nelle loro merci, trovano la loro anima nella loro automobile, nel giradischi ad alta fedeltà, nella casa a due piani, nell'attrezzatura della cucina...".
Marcuse sembra accusare le moderne democrazie liberali di "Tolleranza repressiva": sembra infatti che queste consentano tutto, mentre in realtà consentono tutto ciò che non scalfisce il sistema nel quale si sono consolidate e hanno fondato le loro radici.

Diffondono quindi il pensiero unidimensionale, il pensiero unico. Quello secondo il quale sia l'operaio che il manager, sia il professore universitario che il contadino, sia la starlette televisiva che la casalinga ambiscono allo stesso modello di vita, al soddisfacimento degli stessi bisogni indotti in maniera artificiosa. Costruiti da chi non ha nessun interesse al miglioramento della condizione umana.

Mi viene in mente "Fight Club", il film di Fincher che tanto mi aveva impressionato con quella frase che diceva"Le cose che possiedi alla fine ti possiedono" e faccio questa considerazione:
Palahniuk (l'autore del libro) era partito da qui.
E io, invece, ero partito da Palahniuk, guarda te che coincidenza....
"One dimensional Man-Marcuse-Fight Club-Fincher-Palahniuk...."
Tanta carne al fuoco...
Ma il libro di Marcuse lo devo leggere assolutamente.
PS: Da oggi c'è la possibilità di commentare i post.
Viva la libertà, ecchecazzo...

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