martedì 29 dicembre 2009

Elogio del nulla

Sono partito con l'idea di scrivere qualche cosa di positivo su un certo agomento.
Prima ho pensato di scrivere quanto sia innamorato del buon cibo, dell'aragosta e del tartufo bianco.

Poi ho pensato di scrivere che se proprio dovevo parlare bene di qualcosa, forse questa cosa poteva essere una canzone, forse un disco. Ne ho così tanti.
Poi mi sono spostato.

Naaa... i viaggi! Ecco si! mi piacerebbe tanto tornare a Cuba, magari per un mese intero.

Per visitare la fabbrica di sigari Partagas, proprio dietro il Capitolio in centro a L'Habana.
Oppure bere una buona bottiglia di vino, ecco quello di cui ho intenzione di tessere le lodi in questo post.

No, no...
Ho finito gli argomenti.
Non ce la faccio.
Forse non ce la faccio, anzi a questo punto è sicuro.
Bisogna cercare di non sparare troppe cazzate, le parole costano e vanno rispettate quanto e più di noi stessi.
Sono due settimane che non scrivo, che non aggiungo niente al mio libro.
Ho un sacco di idee, devo solo mettermi alla tastiera proprio come sto facendo adesso.
Ma al momento non lo faccio.
Non ho belle parole per niente e (quasi) per nessuno, ma questa è la mia caratteristica.
Forse l'unica cosa che mi va di lodare - in questo momento - è il nulla in cui molti galleggiano e in cui molti forse dovrebbero galleggiare.
Il vuoto ha ancora il suo crudo significato.
Ogni tanto guardiamo da sdraiati l'angolo del soffitto.
Coltiviamo il nulla e lasciamolo crescere.
Ho l'impressione che porterà buoni frutti.

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