venerdì 19 marzo 2010

La mediocrità che mi propini alle 4.30 del mattino


Non ascolto praticamente mai la radio.
Le uniche volte in cui lo faccio è per sintonizzarmi su emittenti che non spacciano musica, tipo Radio24.
Oppure per ascoltare la radiocronaca di una partita.
Sono profondamente ostile alla categoria dei DJ, mi stanno terribilmente sulle palle.
Ti svegli alle sei del mattino e loro sono già lì ad augurarti buona giornata, brillanti e già "sul pezzo" come nessuno.
Trovano notizie curiose sfogliando il Corriere della Sera o Il Resto del Carlino e mandano il sondaggio: "Diteci se siete a favore o contrari alla chirurgia estetica! mandateci un sms al numero..."

Deglutisco per farmi coraggio:
Niente di peggio, questo è certo.
Preferirei la compagnia di Niccolò Ghedini se me lo dessero come alternativa obbligatoria possibile.
Il loro forzato ottimismo, il loro buonumore artificioso e posticcio mi innervosisce come uno spino nel culo.
Una canzone degli Afterhours diceva: "Quattro e mezza del mattino, per la radio sono troppo triste il DJ non mi parlerà... sembra tutto così chiaro a questo scemo, sembra sempre una sola la realtà... che qui non ho diritto di non essere felice, di non sentirmi vivo... nella mediocrità che mi propini"
Ci sarebbe poco da aggiungere, ma forse una cosa c'è.

Alla fine quel povero sfigato della radio di provincia con il corso di dizione alle spalle pagato con la paghetta da cameriere può essere una vittima anche lui.
Me lo immagino, a trasmissione terminata e a cuffie riposte sul banco mixer, abbassare lo sguardo sulla console.
Accendersi una MS e scuotere la testa.
E poi pensare: "come mi sono ridotto...cazzo, come mi sono ridotto"
Miseri fantocci nel circolo vizioso delle apparenze.
Come tutti, d'altronde.

1 commento:

  1. Ciao Paolo,
    anch'io non sopporto i dj di certe emittenti, perchè sembrano tutti maledettamente fighetti e si credono musicologi mentre passano i pezzi supercommerciali...
    un saluto!

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