venerdì 5 marzo 2010

Vincere con storie di perdenti


Ieri sera ho visto "The Wrestler".
Forse molti di voi l'avranno visto da molto tempo ma io no, spesso sui film arrivo un po' in ritardo.
Ero partito con un po' di pregiudizi del tipo "il wrestling è ridicolo ed è affare che riguarda solo i marmocchi" oppure "Mickey Rourke è alla frutta da decenni, figuriamoci se è in grado di fare un film decente".
Alla fine sono rimasto davvero abbagliato, quasi commosso.

Una storia, un personaggio (anzi, una persona) in grado di smuovere davvero le coscienze del nostro mondo.
Un film sull'emarginazione e sulla salvezza come neanche "Shindler's list".
Un film che ribalta gli stereotipi come fino ad oggi forse nessuno è riuscito a fare.
Davvero magnifico, romantico e duro come la lametta che scorre sulla fronte di Rourke nella scena in cui cerca di fare il suo dovere di wrestler: dare spettacolo con il suo sangue.
L'unica cosa che è in grado di fare: vivere sul ring per riuscire in qualche modo a respirare.
Probabilmente è la migliore storia di un perdente che Hollywood sia mai riuscita ad interpretare, probabilmente superiore anche al pur bello "Million dollar baby" di Eastwood.
Storie che da sempre mi affascinano per le verità assolute che proteggono nel loro grembo.
Altro che "Il Gladiatore".
Altro che "Alexander".
Qui siamo lontani anni luce dall'American Dream e dalle "seconde possibilità" di Rocky.
Confrontati sembrano storielle senza senso, barzellette per senza cervello.
A volte la mia invidia nei confronti di opere di tale livello è tale da rasentare la frustrazione.
"Leone d'Oro 2008" strameritato, se non lo avete ancora fatto guardatelo.

Nessun commento:

Posta un commento

 
Free Hit Counter