lunedì 25 gennaio 2010

Gli 85 anni di Borges

Vado nei pressi della scrivania di un mio collega.
Lui non c'è.
Mi giro un attimo e sul muro vedo quello che non avevo mai notato, cioè una poesia di Borges.
Messa lì, stampata e appiccicata sul muro fresco di recente imbiancatura.
La leggo...
Parla dello stesso Borges, dice che se tornasse indietro farebbe un sacco di cose che non ha fatto, che lascerebbe a casa il paracadute.
Insomma, una poesia sulla necessità di non avere rimpianti, una specie di obbligo morale che chiunque dovrebbe avere.

Una necessità impellente per qualsiasi essere umano.
Lasciarsi andare, andare fino in fondo, credere di dover vivere ogni minuto come se fosse l'ultimo.

Il mio batterista preferito (Dario Parisutti, ex degli One Dimensional Man) colpiva tutte le volte i suoi fusti come se fosse l'ultima volta, come se ogni colpo non potesse più essere ripetuto in tutto il resto della sua vita.

Poi la poesia si chiude in maniera acida, direi drammatica.
Dice più o meno così: "vorrei averlo fatto, vorrei farlo... ma ora ho 85 anni e non ho più una vita a cui pensare".
Mi sento come se mi avessero dato un calcio nei coglioni.
Vorrei evitare di arrivare così a 85 anni.
E magari vorrei evitare di arrivare a 85 anni, ve lo giuro.

1 commento:

  1. "Istanti" di Borges rappresenta in pieno il concetto di rimpianto. Anche se questo è forse uno dei più vari in assoluto: direi quasi quante sono le persone... per qulcuno rimpianto vuol dire non aver fatto un cazzo per tutta la vita, per altri questo è invece fonte di soddisfazione... per qulcuno stare soli è da sfigato e ne fa una malattia, altri invece stanno benissimo. Ad ogni modo... Chi è senza rimpianti scagli la prima pietra.... (OLD SQUARE)

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