mercoledì 4 novembre 2009

Il Mattatoio

Mi sto divertendo a scrivere questo libro e voi direte: "ci mancherebbe...".
Non è detto: quando facevo musica vedevo la mia attività come una missione, un qualcosa che dovevo fare.
Scrivere questo libro, al contrario, mi diverte sempre, in ogni momento.

Ho ambientato un capitolo in un mattatoio e Massimo un giorno mi ha detto:
"Ti ci porto io a vederne uno, così almeno il tuo racconto sarà più verosimile"

Qualche giorno dopo mi sono ritrovato in un mattatoio dove un tizio mi informava di come funzionava il suo lavoro, quali erano i suoi strumenti e tutto il resto.
Mi guardavo intorno un po' frastornato. Catene, pistole a cilindro, ganci, separatori...
Tutto scivolava via con una certa facilità.
Poi mi sono accorto del perchè di questa mia distrazione.
Ero troppo sconvolto dal colore delle piastrelle e dall'odore dolciastro di sangue sparso dappertutto.
Quell'odore era fortissimo e senza cali di intensità, ovunque noi fossimo.
Anche negli uffici dell'impresa di macellazione, dove abbiamo gustato un buon caffè seduti su comode poltroncine conversando amabilmente di calcio e belle ragazze.

Con la mia testa, però, da tutt'altra parte.

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