lunedì 16 novembre 2009

Stile, sostanza e apparenza

Ho sempre avuto una buona calligrafia, la mia vecchia maestra (pace all'anima sua) me lo diceva ogni tanto.
Addirittura alla scuole superiori, nella materia più idiota che esiste (stenografia), non avevo difficoltà a tracciare quelle stupide linee con un certo stile, di cui certo non mi vantavo.

Non so se questo aspetto può aver influito ma, al contrario di quasi tutti, nella mia quotidianità (e quando è possibile) cerco di scrivere brandendo quel vecchio strumento anarchico chiamato penna.

Non voglio perdere l'abitudine a scrivere manualmente, lo trovo un gesto per certi versi carico di significato e - perchè no - sostanza.
Certo, scrivere come sto facendo in questo momento è per certi versi più comodo e di bell'aspetto ma in questo post rivendico il dovere di scrivere senza tastiera del pc.
Sostanza, a volte, fa rima con stile, appagamento visivo, voglia di personalizzare uno scritto prendendosi le responsabilità di esprimere dei concetti senza la scialuppa di salvataggio del tasto CANC (come per altro ho fatto almeno 3-4 volte in questo post).
Non voglio avere scialuppe di salvataggio quando scrivo.
Voglio avere rimorsi per quello che ho scritto e che non merita di rimanere scritto.
Voglio strappare un foglio di carta e ricominciare.
Al massimo voglio fare fatica per cancellare quanto ho scritto.
Cazzo quanto mi mancano la Paper Mate Replay con la gomma sul cappuccio: un perfetto strumento tecnologico del quale abbiamo fatto a meno troppo presto.
Sostituendolo con una tastiera di merda.

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