lunedì 9 novembre 2009

L'oro di Cuba

Ebbene si: sono un appassionato di habanos.
Mi sono avvicinato recentemente a questo mondo affascinante, fatto di profumi e sapori che niente hanno a che fare con lo squallido mondo del vizio legato a Marlboro e compagnia danzante.

Il compositore e pianista ungherese Franz Liszt diceva che "un buon sigaro chiude le porte alle volgarità di questo mondo", ma non è solo per questo che ci si inoltra in questo strano mondo "fuori tempo massimo", fatto di rotoli di tabacco da gustare da soli per decine e decine di minuti, a volte anche per più di due ore.

I sigari cubani, considerati senz'ombra di dubbio i migliori al mondo, sono il simbolo della plutocrazia da sempre, quasi sempre fotografati tra le dite di industriali facoltosi, di puttanieri arricchiti e politici non propriamente "in trincea".

Bene: questi stessi simboli dell'opulenza sono fabbricati nell'unico posto al mondo dove resiste una rivoluzione socialista da 50 anni, un piccola striscia di terra circondata dal mare a qualche miglia dagli Stati Uniti, il più grande simbolo imperialista che la storia ricordi (ovviamente dopo l'Impero Romano).

Dio quanto amo le contraddizioni... dio quanto amo Cuba...

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